Il piede cavo (1^parte)
Si definiscono con il termine di piedi cavi, quei piedi che per varie motivazioni (scheletriche, neurologiche, post traumatiche, etc) si presentano con una forte accentuazione della morfologia dell’arcata plantare. E’ importante sottolineare di come il nostro piede, durante le varie fasi del passo, deve comportarsi sia come un piede piatto che come un piede cavo. In particolar modo, durante la fase di appoggio, il piede deve comportarsi come un ammortizzatore, questo per adattarsi alle varie superfici di appoggio e inviare informazioni al nostro sistema nervoso, per far questo il piede si trasforma in piatto. Nella fase di stacco invece, il piede deve trasformarsi in una leva rigida, e per questo deve essere cavo. Un piede cavo, quindi, ha un vantaggio funzionale nella fase di spinta. La classificazione del piede cavo è strettamente correlata alle sue cause, tra queste vi sono:
- Cavo-valgo (caratterizzato da una spiccata pronazione del retropiede, questo comporta una rotazione all’esterno del calcagno, con un abbassamento della linea dell’arcata plantare).
- Cavo-varo (caratterizzato da una spiccata supinazione del retropiede, questo comporta una rotazione all’interno del calcagno con sovraccarico della linea esterna del piede, con incremento della linea dell’arcata plantare).
- Cavo-misto (caratterizzato da una estrema mobilità del calcagno che passa da una situazione di pronazione a una di supinazione).
Un modo più semplice per parlare delle classificazioni del piede cavo è partire dalle cause stesse che lo provocano, queste possono essere congenite o acquisite, sono varie e riconducibili in 3 grandi branche:
- Scheletriche
- Neurologiche
- Post traumatiche
Quando si parla di piede cavo dovuto ad alterazioni scheletriche, varie sono le cause che possono aver portato al manifestarsi di tale conformazione. In particolar modo si parla di piede cavo determinato dall’avampiede, quando si presenta una flessione plantare del primo metatarso. Il piede tenderebbe al cavismo e il retropiede alla supinazione, proprio come risposta di adattamento alla flessione plantare del metatarso stesso.
Al contrario un piede cavo determinato dal retropiede, non è legato solo alla flessione plantare del primo metatarso, che è ugualmente presente, ma vede anche una supinazione autonoma del retropiede, il calcagno quindi non è in asse.
Il piede cavo neurologico può essere congenito ed acquisito, ed è conseguente a squilibri muscolari dovuti a patologie di origine neurologica, come ad esempio:
- Charcot-Marie-Tooth.
- Neuropatia diabetica.
- Paralisi spastiche.
- Lesioni midollari, spino-cerebellari, e delle radici spinali.
(continua nella prossima edizione)