Il ruggito del Leopardo (1^ parte) – di Alberto Leopardo
Puntata sulla storia della produzione di energia elettrica: dalla nascita di Fiumaretta al decreto D’Alema del 1999
Con Alberto Leopardo cominciamo la prima puntata, la prima tappa di questa nuova rubrica “Il Ruggito del Leopardo” e partiamo dalla cosa a lui più congeniale che è quella del luogo dove lui ha lavorato, sentiamo un po’ la sua storia iniziale e poi vediamo la situazione attuale con l’ Enel che, diciamo, è tutta una ciminiera in questi ultimi giorni.
Partiamo dal 1° marzo 1979 quando sono stato assunto all’interno del gruppo Enel.
La mia assunzione, e quella di altri 82 periti elettrotecnici meccanici e due chimici, era proprio per la centrale di Torrevaldaliga Nord in costruzione da circa un anno. C’erano le prime fondamenta, ancora la ciminiera non era uscita dal terreno, quindi diciamo la nostra assunzione è stata mirata espressamente per questa cosa. Poi è nata questa centrale di Torrevaldaliga Nord, 4 gruppi da 660 mega a olio combustibile, prima era ad alto tenore di zolfo e si chiamava ATZ che aveva lo zolfo al 3%, poi siamo arrivati a STZ a bassissimo tenore di zolfo: sotto allo 0,5 finale, praticamente prima della successiva trasformazione a carbone. Ma voglio ricordare brevissimamente la storia dell’ Enel a Civitavecchia, era una società privata nata nel 1948. Col piano Marshall a Fiumaretta, nacque come Centrale a Carbone anche lì e quindi con le nuove tecnologie. Come Fiumaretta, ci sono 10 centrali in tutta Italia dopo la guerra, tutte praticamente di progetto americano, e da qui è diventata praticamente la centrale che ha poi occupato tutto il lato nord della città partendo da Fiumaretta. Prima era solo vicino al cimitero, una centrale piccola rispetto a quello che poi è diventata con Torrevaldaliga Sud e Nord. Questo è brevissimamente quello che è accaduto, poi è stata fatta Torrevaldaliga nord e la centrale di Fiumaretta fu trasformata a metano e poi nel 1989 è stata chiusa definitivamente perché ormai all’interno della città di Civitavecchia, quindi era impossibile tenerla con una ciminiera bassa 80 metri. Dopo la chiusura di Fiumaretta, Torre Veldaliga Sud è stata trasformata da olio combustibile denso a metano e quindi è stata anche lì una battaglia contro l’Enel, dopodiché sono nati tre gruppi a gas: prima sono stati cambiati soltanto i bruciatori con le vecchie caldaie, poi (dopo il decreto D’Alema del 1999) praticante Torrevaldaliga Sud è stata ceduta e 16000 watt sono stati venduti dall’Enel al mercato libero e torrevaldaliga sud fu inserita in una Genco numero 3 di cui facevano parte Napoli, Civitavecchia, Vado Ligure e una centrale idrica vicino Vado Ligure. L’Enel col suo progetto demolì i tre gruppi a olio combustibile, rimase il quarto gruppo.
(continua nella prossima edizione)