Il ruggito del Leopardo (4^ parte) – di Alberto Leopardo
(di Alberto Leopardo. continua dall’edizione precedente)
Parco eolico off shore, cioè le pale in mezzo al mare. Così si difende l’ambiente e si recuperano i 300 milioni
– Eccoci con Alberto Leopardo sempre sul tema ENEL ed è proprio di questa settimana la situazione del consiglio comunale che ha detto NO al gas e quindi metterei i puntini sulle i sul discorso GAS: è un incremento di potenza ma soprattutto, la centrale a carbone che abbiamo sarà dismessa nel 2025 o è la solita storia che si prolunga all’infinito?
– Intanto riprendiamo brevemente quello che è stato ENEL a Civitavecchia e dell’impatto che ha avuto sull’inquinamento da 70 anni ad oggi. C’è stata questa nuova proposta da parte di Enel per ulteriori installazioni all’interno di Civitavecchia per una maggiore potenza di 1200 MW e chiaramente rispetto agli attuali 2000a carbone che, secondo me, nel 2025 non verranno dismessi, aumenterà la potenza di ulteriori 1200 MW, quindi andremo a 3200 MW che sono incrementi di potenza rispetto anche ai 4 gruppi precedenti che avevamo a olio combustibile che erano 2640. Quindi credo che anche Enel debba avere più cura e più attenzione per Civitavecchia. Ritengo inoltre, come ex responsabile del combustibile delle centrali locali, che Enel debba qualcosa al comune di Civitavecchia e ai suoi abitanti. Da anni, nella convenzione che fece Moscherini nel 2008, fu scritto di mettere l’eolico a Civitavecchia dove però c’è poco territorio rispetto a quello necessario per installare le pale. Pertanto la soluzione sarebbe l’eolico off shore, cioè l’installazione delle pale in mezzo al mare. Credo che questa sia una seria proposta anche a livello nazionale per ripagare dei grandi sacrifici che questo territorio ha fatto rispetto alla fornitura e alla produzione di energia a livello locale per darla a tutta l’Italia; Civitavecchia è sulla dorsale centrale e quindi avendo Fiumaretta, TVS e TVN, riforniva tutta la rete è in caso di blackout, come nel settembre del 2003 (?), Civitavecchia stessa fece ripartire il tutto rifornendo il centro sud e le isole. Noi abbiamo necessità di avere una risposta da Enel e dal governo, a prescindere dalle colorazioni politiche, Civitavecchia ha bisogno di avere una diminuzione dell’impatto ambientale e quindi la soluzione delle pale eoliche a mare potrebbe essere un’esperienza da esportare sia a livello nazionale che mondiale. La città di Civitavecchia potrebbe avere un ritorno economico, si potrebbe fare una società mista con Enel e come a Copenaghen, che ha i fondali abbastanza alti, installare le pale eoliche. Una nazione all’avanguardia ha bisogno di energia a pannelli solari o con l’eolico. Noi purtroppo non abbiamo il territorio adatto ma ritengo che a livello di off shore è un’idea che anche la comunità europea dovrebbe accogliere. Quindi invito i nostri politici ad affrontare una volta per tutte una riconversione vera rispetto alle precedenti e alla attuale proposta del gas.
– Quindi GAS NO ma resta di capire l’impatto del carbone che rimarrà fino al 2033 e soprattutto che ci sia del lavoro, non solo la servitù.
– Infatti, riguardo la situazione del lavoro, una volta bonificata l’area oggi usata dalla centrale e supponendo anche un aumento di potenza (dato che per ogni palo si possono produrre fino a 2/2,5 Mega) grazie all’off shore, Civitavecchia avrà l’opportunità di poter mantenere la servitù con Enel sfruttando questo nuovo sistema di approvvigionamento elettrico. Inoltre non possiamo dimenticare che c’è un’altra centrale a gas che è una riserva fredda di energia che però lavora con una caldaia molto vecchia che ha bisogno di essere riconvertita. Per liberarsi definitivamente della servitù sul territorio, rimanendo in zona (sfruttando Montalto), potrebbe essere tutto spostato presso l’ex centrale di Montalto (che potrebbe andare anche a olio combustibile) creando lavoro a Civitavecchia grazie alla lavorazione delle batterie al litio.
(continua nella prossima edizione)