E’ accertato dagli studi scientifici che bugiardi si nasce. Il bambino, infatti, è capace di piangere per attirare l’attenzione e già a tre anni è in grado di simulare un sorriso di circostanza, ad esempio, di fronte a un regalo poco gradito. Nel gioco il bambino, mentendo a se stesso, crea una realtà di fantasia dove lui è superman, oppure il leone, etc e quest’attività ludica contribuisce al processo di trasformazione e maturazione della fantasia e dell’immaginazione creativa. La capacità di mistificare la realtà per fini ludici e artistici è l’aspetto buono e sano della questione e vale anche per l’adulto. Alcuni studi dimostrano, infatti, che mentire potrebbe essere molto utile per fare strada nella vita oppure per mantenere buone relazioni sociali. Fingere, inoltre, sarebbe un meccanismo biologico utilissimo, legato alla lotta per la sopravvivenza e quindi essenziale per il processo evolutivo. Mentiamo, quindi, per avere successo, avere vantaggi sul lavoro, nelle relazioni amicali e in quelle amorose e per non dare inutili sofferenze agli altri. Anche se socialmente inaccettabile, mentire appartiene a quella categorie di cose di cui non si può fare a meno. Ma c’è anche chi è un bugiardo patologico. Sono, ad esempio, quelle persone che più o meno consapevolmente alterano la realtà per ingrandirsi agli occhi degli altri o per danneggiare qualcuno a proprio vantaggio. La bugia può assumere anche il significato di “fuga dalla realtà” delineando scenari psicotici o al limite della malattia mentale. Come afferma Marco Fabio Quintiliano “Il bugiardo deve avere buona memoria” e questo rende la sua vita assai complicata e stressante, ma anche chi dice sempre la verità non vive bene. Oscar Wilde dice a tal proposito: “Un po’ di sincerità è pericolosa, ma molta è assolutamente fatale”. Per comprendere meglio è buono distinguere tra bugia, menzogna e pettegolezzo.
La bugia, come detto, anche se non è propriamente corretta, perchè è un’alterazione della realtà per fini personali, è assolutamente naturale, istintiva e, in certi contesti, anche utile e necessaria.
La menzogna, invece, è un’affermazione contraria a ciò che si sa o si crede vero, o anche contraria a ciò che si pensa, è un’alterazione oppure negazione, o anche occultamento consapevole e intenzionale della verità. In questo significato è simile alla bugia che indica, però, una mancanza meno grave. La menzogna è, dunque, un’alterazione o falsificazione della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione. In questo senso mentire è dannoso, per il singolo, la società e la coppia, mentre dire bugie, a volte, può salvaguardare il tutto da inutili sofferenze o fratture. Il bugiardo patologico, quindi, è una persona che mente, anche quando non è necessario. Essi mentono, manipolano le persone a proprio piacimento, sono impazienti, seduttivi, disinibiti, intolleranti, pretenziosi, privi di rimorso e incapaci di relazioni affettive significative. La menzogna è alla base della loro identità e della loro percezione del mondo. La menzogna è il loro credo e la loro filosofia di vita. Questi individui sono pericolosi e vanno curati dove possibile, altrimenti bisogna difendersi in ogni modo. La loro influenza è nefasta perchè, tra l’altro, alimentano il pettegolezzo che è la chiacchiera inopportuna o indiscreta o malevola per infangare una persona o il suo operato per vantaggi personali o per invidia. L’invidia è un malanimo provocato dalla constatazione dell’altrui prosperità, benessere e soddisfazione, è un segreto desiderio di poter godere dello stesso bene che altri possiedono o il suo annientamento. Letteralmente vuol dire: “guardare di traverso o storto”. Chi mente invidia e spettegola rendendosi più simile ad una serpe che ad un essere umano. Questa è la differenza essenziale tra la bugia necessaria alla crescita, alla vita e all’arte e la menzogna che, invece, è espressione di perversione, cattiveria e malattia.
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