Luciani: “Il tempo dei silenzi e delle pacche sulle spalle è terminato”
Siamo pronti a difendere la dignità e l’occupazione con i denti. Il tempo dei silenzi e delle pacche sulle spalle è terminato, attendiamo segnali positivi altrimenti sarà un inverno caldissimo- Presidente Compagnia Portuale Civitavecchia Enrico Luciani.
In una situazione occupazionale catastrofica del comprensorio e in special modo della nostra città, la realtà principe del lavoro è da sempre costituita dalla Compagnia Portuale di Civitavecchia. Quest’ultima è stata un’annata dettata dalle tante problematiche che, legate a uno scalo che langue sul piano della crescita, sta per culminare in una mobilitazione già dal prossimo sette gennaio, se non verranno dati segnali e firmati i contratti sui tavoli interessati.
La CPC nell’arco dell’oltre e più secolo della sua storia ha vissuto momenti bui, stringendo la cinghia e sopperendo cosi con le proprie forze ai momenti di crisi. Ora servono, se non ci saranno segnali reali e forti, altre tipi di iniziative.
“Quello che andremo a sviscerare è il bilancio consuntivo di questa annata di lavoro nel porto, dichiara il Presidente Enrico Luciani, sia della Compagnia Portuale che di tutte quelle società legate al lavoro portuale. Chiudiamo un anno altalenate che ha avuto un inizio che ci aveva dato fiducia visti i primi tre mesi, soprattutto grazie al traffico Automotive che manteneva occupazione e grandi mole di lavoro. Seguito da un finale di anno però preoccupante. Traffici quelli portuali che si dividono in Automotive, Crociere che con la CPR mantiene un andamento di spessore e costante, e non per ultimo il traffico della Frutta Esotica. Movimento quest’ultimo in crescita esponenziale che è riuscito a costruire qualcosa di unico utilizzando anche i container. Grazie a questa metodologia di lavoro si sono apportate delle migliorie, che, hanno generato da una parte un incremento di lavoro e dall’altra ad un abbattimento dei costi.
Su questo argomento visto quello fatto dalla CFFT colgo l’occasione per aprire una parentesi e parlare anche del traffico dei container svolto nel Terminal Contenitori. Movimento che oltre a produrre quasi il nulla a livello di numeri rispetto alla mole enorme del traffico Europeo, ha rischiato per cannibalismo di mettere in difficoltà e a repentaglio quello della CFFT, e di riflesso dell’intero movimento della frutta esotica. Fortunatamente a norma di legge la situazione si è risolta, permettendo cosi alla CFFT di continuare nella crescita esponenziale del lavoro, e ponendola di riflesso quasi al primo posto in Italia. Col tutto avvenuto grazie alla collaborazione stretta della CFFT con la CPC e la CILP. Una sinergia comune che pone il nostro porto all’attenzione dei maggiori investitori del reparto frutta esotica, mettendo il nostro scalo come un punto di riferimento centrale al movimento.
Per quanto riguarda il traffico di cabotaggio in cui Civitavecchia rimane il nodo strategico, c’è da rimarcare la nostra lotta fatta per la superstrada che porta a Viterbo. Completamento che apre scenari inimmaginabili allo sviluppo, visto che è l’unica strada che apre il Mar Tirreno al Mar Adriatico. Spero che tutti quelli che si schierano contro il completamento, compreso il nostro amato Sindaco, siano obiettivi e che non distruggano quanto fatto negli ultimi 40 anni. Tempo passato per studiare la modalità migliore da Architetti, Ingegneri e politici. Lavoro comune per una corretta collocazione della strada, che eviti sia l’impatto ambientale che quello di creare altre problematiche sui terreni dove si sta costruendo.
Un altro argomento per lo sviscerare dell’annata dei traffici riguarda quello dei contenitori. E’ inutile che quando lo dico ai giornali qualcuno si arrabbia, ma credo che a fine anno chi lo gestisce dovrebbe fare le valigie e andarsene, oltre che non gli andrebbe rinnovata la concessione. Perchè non è possibile che un concessionario che ha come movimento tre milioni di contenitori in Italia, a Civitavecchia batte il passo con soli cinquanta mila. A fronte della sola Roma che ne richiede già un milione, ed è costretta a farne pervenire da oltralpe ben l’ottanta per cento, la loro presenza qui quindi non ha più modo si sussistere.
Torno all’inizio della conferenza per parlare del mercato dell’Automotive, che all’inizio ci aveva permesso di barcamenarci nel periodo lavorativo più buio dell’anno, per poi avere un crollo verticale impressionante. Mercato che ci ha visto primeggiare nei mesi che vanno da Gennaio a Maggio, ultime mese in equilibrio, per assistere poi a una perdita secca del trenta per cento a giugno fino ad arrivare al nulla di Agosto in fatto di arrivi e entroiti. Perchè il traffico delle auto che arrivavano a Civitavecchia con destinazione Cina e America è stato interrotto, e da Melfi il traffico è stato spostato a Gioia Tauro. Un taglio netto che ha portato oltre che al calo del fatturato per la Compagnia, a delle perdite pericolose sia per la Compagnia che per la CILP stessa. Nei mesi seguenti qualcosa è migliorato con la modifica dei traffici, che da esportazione è diventato di importazione ma con numeri inferiori al personale impiegato. Al contrario di quanto sta avvenendo a Cassino dove si predilige il licenziamento per sopperire ai mancati introiti, la CPC e la CILP non licenziano. Abbiamo tirato la cinghia mettendone ancora altri di buchi, metaforicamente parlando, per mantenere l’equilibrio tra lavoro e bilancio. Il tutto con un nuovo equilibrio tra le società CPC, CPR e CILP attendendo il 2018 come l’anno della sistemazione di questo problema. Concludo rimanendo sempre ottimista visto che di buio ne abbiamo visto tanto, e ogni volta ci siamo sempre rialzati finendo queste nottate da incubo. Noi non vogliamo sfidare nessuno ma ci siamo stancati, non è un porto da quarto mondo e i lavoratori devono vivere dignitosamente lavorando per quanto gli compete. Dei discorsi e delle rassicurazioni fatte dalle Istituzioni oramai non ne abbiamo più bisogno, serve la concretezza. Se non avverrà tutto questo con la chiusura degli accordi che stiamo aspettando, e che sono già da mesi sui tavoli di competenza, sarà un inverno non caldo ma caldissimo a partire da dopo Natale. Noi siamo fiduciosi e siamo certi che a breve verranno mantenuti i patti. Avverrà però se la partita verrà giocata correttamente, come abbiamo fatto del resto noi. Da maggio ad oggi è la prima nota stonata che faccio, e questo mostra la correttezza della CPC seppur il problema sia grave. Se non arrivano le risposte che aspettiamo con la chiusura dei contratti, ripeto fermi sui tavoli da mesi, il prossimo anno sarà caldo.”
La crisi sta toccando tutti nello scalo e non solo il lavoro portuale, mette in difficoltà senza che si ponga rimedio anche le società che lievitano intorno ai traffici, che offrono servizi per la comunità o di altra natura all’interno dello scalo.
La realtà è che se il lavoro principe dello scalo a cui tutto è legato, svolto dalla Compagnia Portuale di Civitavecchia, annaspa e sembra retrocedere invece di crescere a fronte delle potenzialità, l’intero indotto va in difficoltà. Di riflesso centinaia di famiglie si potrebbero trovare nella condizione di difficoltà più completa se non si pone rimedio. Semplicemente perchè non è più salvaguardata e condotta una politica lavorativa atta al momento. Tutto quanto lievita intorno al mondo del lavoro va difeso e mantenuto ad ogni costo.