Il “testamento” della dissidente
L’ormai ex consigliere Bagnano se n’è andata sbattendo il portone del Pincio.
L’avvicendamento, necessario per uscire dalla paralisi amministrativa, non è stato indolore.
A dare il via ad una possibilità di arrivare, un giorno, alla nomina del presidente del consiglio comunale e quindi alla ripresa
dell’attività del massimo consesso cittadino, è stata come noto la rimozione dell’ostacolo Raffaella Bagnano.
Meno note le posizioni che l’ormai ex consigliere ha messo nero su bianco nell’atto di abbandonare lo status di dissidente per
abbracciare definitivamente quello di cittadina semplice.
“Solo e solamente per la certezza di non poter essere presente con continuità nel luogo che mi sono prefissa di migliorare, preferisco dare la possibilità a chi entrerà in surroga di lavorare per la cosa pubblica con maggiore assiduità e meglio della
sottoscritta”, scrive la Bagnano per dare una motivazione delle sue dimissioni. Che insomma affondano le radici nelle motivazioni di lavoro all’origine anche delle sue numerose assenze all’aula Pucci, sempre sottolineate malignamente dai colleghi di maggioranza e dallo stesso sindaco Cozzolino, a verbale del consiglio.
Proprio il primo cittadino è però oggetto di un giudizio del tutto critico da parte della grillina. Che si sofferma, com’è inevitabile, sull’accordo con Enel, vero frutto del peccato a dire di molti sostenitori pentastellati della prima ora.
Un documento “non dibattuto e stipulato con una forma per lo meno ‘irrituale’”. Finisce qui? No.
La Bagnano si unisce anzi al coro della vox populi nel frustare la vicenda dehors, “avversati con omissioni e rinvii perniciosi”,
per poi spostare il mirino sulla giunta: laddove la dimissionaria ricorda di aver chiesto la testa degli assessori “inadeguati e invisi ai cittadini e alle categorie”.
Il tutto non senza ricordare la vicenda assai spinosa dei presunti insulti sessisti “ subiti, condivisi con il diffuso silenzio-assenso,
anzi premiati con nomine a capogruppo e al porto”. Il che, per così dire, circoscrive assai il novero dei possibili autori…
chiamando però ad una corresponsabilità anche le colleghe del gruppo consiliare e invece solidarizzando con Alessandra Riccetti, “ahimé ex presidente del consiglio, vittima di un atteggiamento terroristico”.
La sensazione finale è quella di un’occasione mancata per arrivare ad una resa dei conti.
Si è preferito (impossibile sapere perché: ma non immaginarlo) tirare avanti e rimandare una sincera disamina.
Però, c’è una buona notizia per i civitavecchiesi: a Palazzo del Pincio è tornata la voglia di fornire servizi ai cittadini. Le dimissioni della Bagnano risultano infatti protocollate di sabato pomeriggio.
Strano, perché quel portone di piazzale Guglielmotti l’abbiamo trovato, nei week end, sempre chiuso.