In questo difficile momento della nostra storia nazionale siamo sempre più vittime innocenti di palesi o surrettizie pressioni a conformarci all’indirizzo politico dominante su una malattia definita sempre in grado di mettere a repentaglio lo stato di salute “sanitaria” dell’intera Nazione. E ciò nonostante sia del tutto evidente che siamo stati, in questo frangente, troppo lenti nel provvedere a progetti strategici in grado di debellare il Covid, in cui siamo incappati senza l’apporto di un valido e diffuso piano antipandemico. Siamo stati capaci solo di chiudere, nell’immediato appena trascorso, centinaia di ospedali (nel Lazio una ventina circa, tra cui il Forlanini!?!), creando un groviglio di problemi che si intrecciano purtroppo con l’aggravarsi di una crisi economica e occupazionale che riscontriamo particolarmente acuta nello specifico locale. Le non poche espressioni di scontento, che assumono talora la forma di vive proteste, hanno origine anche da tali elementari considerazioni. Ebbene, l’atteggiamento delle autorità è imporre il silenzio del dissenso o reprimere soltanto con forme larvate di insulto la legittima critica. Dissentire viene inesorabilmente tacciato di negazionismo: dovrebbe tacere quindi ogni confronto sul tema e qualsiasi forma di ascolto! E ciò sebbene i cittadini si dimostrino consapevoli del fatto che il diffondersi del virus non è assolutamente un’invenzione, e si sottopongano a grosse rinunce pur di debellarlo, per sé, per i loro cari e per le posterità. Non si capisce il perché di così tanta insofferenza. Sembra smarrito il ricordo di quando, appena qualche decennio addietro, l’Occidente intero – di cui siamo parte così significativa – si compiaceva di riflettere in sé quel sistema politico in cui il governo delle comunità statali appartiene a tutti i suoi membri, e il rispetto per la divergenza di opinioni risulta ampio e irrinunciabile. E ciò lo induceva a ingaggiare aspre lotte con regimi che al contrario imponevano il “pensiero unico” perseguitando con condanne e pene severe i dissidenti. A dimostrazione del fatto che nel codice genetico della democrazia è iscritto proprio il libero confronto tra le varie forme di pensiero alla ricerca di una sintesi realistica e costruttiva all’interno di un diffuso coinvolgimento di pareri. Il cambiamento in peius della situazione è evidente. Tanto che l’impressione più diffusa tra i cittadini è che l’Italia assomigli nell’attuale circostanza ad una nave pilotata da timonieri che non sanno quale direzione prendere, sebbene il governo abbia assunto per cavarne lumi fior fiore di esperti, consulenti, manager naturalmente adeguatamente remunerati : centinaia di persone, ma purtroppo poco esperti della realtà quotidiana della gente, perché rinchiusi per lo più nei loro dorati salotti o laboratori e disponibili tuttavia ad assidue frequentazioni degli studi televisivi.

Associazione “Il Trittico”

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