CIVITAVECCHIA – Nell’omelia del vescovo Gianrico Ruzza alla Messa Pontificale per la festa di Santa Fermina, patrona di Civitavecchia, l’appello a porre attenzione al bene comune, alla partecipazione e al rispetto della dignità delle persone.

Il presule, guardano con preoccupazione la situazione giovanile, l’inquinamento, i problemi delle strutture sanitarie, la grave crisi economica e le possibili ripercussioni della chiusura della centrale di Torrevaldaliga Nord, in vista della consultazione elettorale sollecita «un rinnovato desiderio a far crescere la comunità cittadina di fronte alle sfide posteci dalla contingenza nazionale e internazionale».

«Per la nostra città è il momento di porre l’attenzione sul bene comune. Siamo alla vigilia di un’importantissima scadenza elettorale e la partecipazione a questo momento di vita comunitaria, oltre ad essere un alto esercizio dei propri diritti democratici, è il segno della rinnovata volontà di prenderci cura dell’interesse della collettività».

Pochi giorni all’inizio di una difficile campagna elettorale per Civitavecchia e il vescovo Gianrico Ruzza sceglie la forma più solenne, l’omelia alla Messa Pontificale per la festa di Santa Fermina, patrona della città, per lanciare un appello al bene comune, alla partecipazione e al rispetto della dignità delle persone.

Il presule, prendendo spunto dal vangelo proposto nella liturgia, ha affermato che se «Dio ha cura della Sua vigna» anche noi, «dobbiamo considerare la relazione pregiata con Gesù e attraverso Gesù» per «evolvere e sviluppare a pieno le potenzialità inserite nella nostra vita e nel nostro cuore». Guardano con preoccupazione la situazione giovanile, l’inquinamento, i problemi delle strutture sanitarie,  la grave crisi economica e le possibili ripercussioni della chiusura della centrale di Torrevaldaliga Nord, sollecita «un sussulto di dignità e vigore».

«Dovrebbe essere a cuore di ciascuno di noi sentire il desiderio di far crescere la comunità cittadina, dinanzi alle sfide posteci dalla contingenza nazionale ed internazionale» ha detto monsignor Ruzza.

«La prima sfida che vorrei sottolineare è quella della criticità sociale. Parlo qui della preoccupazione per la poca attenzione che rivolgiamo tutti alla situazione giovanile: giovani isolati e non ascoltati; giovani dediti a dipendenze di ogni tipo, compresa quella della ludopatia, contro la quale è assente ogni segno di politica educativa che allontani le occasioni del pericolo dalla vita concreta e quotidiana dei ragazzi; giovani che non sono messi in condizione di scelte autonome e decise in vista dell’edificazione del proprio futuro; giovani che non ricevono stimoli e proposte inerenti alla gestione del tempo e all’impegno di vita».

«Una seconda sfida che condivido con questa assemblea: la povertà economica di moltissime persone. Ogni mese la Caritas diocesana sostiene e assiste nelle necessità immediate 250 persone; le persone senza fissa dimora che vagano per la città sono oltre 40; le criticità lavorative sono aumentate e la situazione potrebbe peggiorare per la cessazione delle attività della Centrale di Torrevaldaliga nord. A fronte di tutte le presenti difficoltà va lodata l’attività del terzo settore che si occupa instancabilmente della sofferenza sociale».

«La sfida ambientale chiede a Civitavecchia di vedere tutelati finalmente i diritti sanitari dei cittadini, considerando l’alto tasso di sofferenza e di disagio che si sono manifestati drammaticamente negli anni passati in una lunga serie di incidenti che purtroppo sono stati causati anche dall’inquinamento atmosferico. Il futuro della città chiede da un lato l’attenzione specifica allo sviluppo sostenibile e all’economia circolare dall’altro. Necessita di una specifica cura degli aspetti sanitari, cominciando dal potenziamento delle strutture ospedaliere, in primis la realizzazione che sembra sia stata decretata in modo definitivo della radioterapia».

«La sfida dello sviluppo delle attività economiche – ha aggiunto il presule – è strettamente collegata con la vita portuale: gli sviluppi delle decisioni politiche in materia di autorità di sistema portuali potrebbero far crescere molto la produttività del nostro bellissimo e grande porto, ma potrebbero anche, in direzione contraria, portare ad un depauperamento dell’attività lavorativa del porto, con la conseguente crisi di tutto l’apparato logistico ad esso collegato».

«La città – ha concluso il vescovo – può e deve crescere, ma ha bisogno di un sussulto di dignità e di vigore. Posso augurarmi che una sincero impegno da parte dei futuri eletti valorizzi quanto si è lodevolmente fatto negli anni della consiliatura uscente e incrementi il senso di responsabilità da parte di tutte le forze vive della realtà culturale ed umana di Civitavecchia per creare opportunità nuove e reali situazioni di “ripresa” e di “nuova coscienza” del valore sociale ed economico che una città strategica come la nostra può e deve avere»

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