IMPARARE A COMUNICARE. di Alessandro Spampinato (2^ parte)
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Una buona comunicazione necessita della capacità degli interlocutori di porsi in ascolto quando l’altro parla. Spesso si assiste a conversazioni o discussioni tra amici, parenti o colleghi dove chi parla viene interrotto di continuo senza avere la possibilità di terminare la frase. Questo, oltre ad annullare il dialogo, indispettisce chi parla. L’ascolto serve anche a comprendere bene non solo il messaggio dell’interlocutore ma anche l’enfasi emotiva e il punto di vista dell’altro. Inoltre chi parla dovrebbe tenere ben presente che chi ascolta ha una soglia di attenzione e una quota di pazienza superate le quali si indispettisce. Chi sta parlando deve sforzarsi di essere sintetico e chiaro per non tediare o innervosire l’interlocutore. Quindi, in sintesi, si dovrebbe parlare uno alla volta e ascoltarsi reciprocamente facendo interventi brevi e chiari. Detto questo, sempre per rendere più efficace il dialogo o la discussione, è opportuno aggiungere un particolare fondamentale: non dobbiamo né convincere né farci convincere da nessuno! Il fatto che due persone abbiano due opinioni diverse non è affatto un limite, anzi è una ricchezza per entrambi. Avere a disposizione più idee, punti di vista e esperienze non può che arricchirci e aiutarci a vedere meglio la complessità della realtà e degli eventi. La vita e le sue manifestazioni sono complesse e per la maggior parte ancora oscure alla comprensione umana. Confrontarsi su piani e conoscenze anche molto diverse tra loro facilita tutti nella consapevolezza della realtà. I rapporti sociali, affettivi e lavorativi migliorerebbero sensibilmente se la comunicazione non fosse centrata sul bisogno egoistico e narcisistico di avere ragione sugli altri o a danno degli altri ma sul confronto, lo scambio e la collaborazione rispettosa di tutti. Ognuno ha diritto ad avere le proprie idee e di poterle esprimere liberamente senza essere giudicato ma ha anche il dovere di non imporle con arroganza o violenza agli altri.
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