IMPARIAMO AD IMPARARE (Rubrica a cura di Alessandro Spampinato)
I genitori per primi e poi i vari educatori come parenti, insegnanti, catechisti, allenatori, la televisione, i libri, internet, ecc. tutti agiscono sui bambini con l’intenzione, più o meno consapevole, di educare e insegnare qualcosa, di indirizzarli secondo logica, ragione, buon senso, abitudine. Tutti presentano una visione del mondo che è soltanto secondo loro, secondo le agenzie educative ufficiali o secondo la cosiddetta normalità. Questo sistema si protrae anche tutta la vita se non interviene qualcosa o qualcuno a far ragionare in proprio l’intelligenza proiettandola nella dimensione della speculazione. Alcuni possono anche pensare che, siccome hanno una laurea in qualcosa e quindi hanno letto molti libri oppure indossano una qualsivoglia divisa, allora sanno cosa è vero e giusto e cosa è falso e sbagliato, insomma sanno tutto di tutto e conoscono la verità. Con questo tipo di persone così saccenti di solito è fastidioso, se non impossibile, dialogare anche solo del tempo che fa. Queste menti così piene e questi Ego ipertrofici se incontrano un’esperienza forte di negazione, di fallimento o persone particolarmente capaci possono salvarsi dalla presunzione e dal narcisismo che li contraddistingue e aprirsi nuovamente alla vita, ma non è detto. Quando, invece, si cresce e si matura in individui adulti allora ci si rende conto che tutto quello che impariamo non ci dà mai delle risposte certe e definitive, ma ulteriori domande. Paradossalmente più sappiamo e meno siamo certi di conoscere e comprendiamo di non sapere. Chi pensa di avere delle risposte certe e delle verità definitive si illude di sapere! L’alimento dell’intelligenza è il dubbio, proprio come diceva Aristotele: “Il dubbio è il principio della Sapienza”. Ne consegue che l’errore dei bambini e delle menti chiuse è di pensare che lo scopo della ricerca e del sapere sia quello di trovare delle risposte certe e delle verità definitive e assolute su cui fondare la propria visione del mondo e con prepotenza, arroganza e violenza imporla agli altri. E’ questo il fondamento delle dittature, degli estremismi religiosi, delle ideologie politiche e del fanatismo. In realtà nessuno sa niente di niente e quel poco che si è capito dell’universo e della vita ci stimola a nuove ricerche, ci pone nuovi interrogativi, ci muove ad abbandonare il conosciuto per fare spazio alle impressionanti frontiere delle nuove scienze e delle nuove scoperte. Quando si è adulti e maturi si sa di non sapere e si ritorna curiosi come bambini. Questo discorso non piace ai potenti e alle istituzioni che lavorano con mezzi e concetti vecchi e cercano di chiudere nei recinti dell’ignoranza e della preistoria tutti quanti a partire dai bambini. Basti pensare che sui libri di scuola ancora viene spiegata la teoria evoluzionistica di Darwin quando oggi ci stiamo applicando alla teoria delle stringhe, ai wormhole, alla materia oscura dei campi gravitazionali e all’orizzonte degli eventi. Rispetto a quanto si sta scoprendo e intuendo della realtà in cui siamo inseriti ciò che sappiamo è niente, non solo, in certi casi è palesemente falso con lo scopo di lasciare nell’ignoranza le persone al fine di indebolire le loro menti per meglio guidarle, condizionarle e gestirle. Chi comprende questo discorso ha due doveri fondamentali da rispettare: quello di dubitare sempre di tutto e di approfondire e andare a verificare di persona come stanno le cose cercando di farsi una propria, autonoma idea su cui porsi nuovi interrogativi e di insegnare ai bambini e agli altri non le lezioni di storia, matematica, fisica o religione, ma il metodo del dubbio, della ricerca e dell’approfondimento, della verifica e della speculazione e del confronto nel dialogo sereno e costruttivo con altri punti di vista. Le più grandi scoperte scientifiche sono arrivate all’improvviso da persone dalla mente aperta e creativa, capaci di ragionare oltre l’abitudine, lo scontato e l’ordinario. Il genio e l’artista sanno di non sapere e sono curiosi di conoscere, sanno spingersi oltre. Questo vale anche in psicologia. Molte persone hanno paura di conoscersi più profondamente, di andare a vedere cosa c’è oltre le loro convinzioni e le loro credenze anche se esse causano disturbi e sintomi anche gravi. Impariamo il metodo di imparare le cose della vita e chi siamo, impariamo a ragionare e a dialogare e insegnamolo ai giovani.
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