Come sarà la nostra agricoltura nel prossimo decennio? Come possiamo immaginare lo sviluppo del sistema produttivo di fronte a una società che si modifica continuamente e di cui l’agricoltura è al servizio? Per cercare di fare chiarezza, per tentare di fornire elementi utili alle scelte delle nostre imprese, la Regione Lazio, con la collaborazione di ARSIAL e dell’Università della Tuscia, ha realizzato uno studio, articolato in focus area, affidato a esperti che hanno espresso il loro punto di vista sulle filiere produttive, i fattori di sviluppo, gli strumenti di governo dell’agricoltura e del settore alimentare. La filosofia di questo lavoro è stata quella di individuare, con la collaborazione di tutti gli attori, i nodi che impediscono, ostacolano, o guidano l’evoluzione positiva del settore, e capire così quali percorsi potranno accompagnare il sistema agricolo nel prossimo futuro. Dall’esame complessivo delle schede prodotte e, ancora di più, dalla valutazione delle motivazioni dei fenomeni descritti, si possono individuare alcuni fattori trasversali, riconducibili a dieci grandi parole chiave: la globalizzazione, l’assetto del sistema produttivo, il clima, l’acqua, la sostenibilità, il rapporto tra la campagna e la società inurbata, la centralità dell’impresa agricola, l’innovazione tecnologica, la messa in valore dei prodotti, l’organizzazione di filiera, l’agricoltura diversificata e la filiera corta. Su questi temi si sviluppa un ampio confronto che porterà alla redazione di un report complessivo, destinato a una grande divulgazione. Un punto di partenza di un percorso partecipato che coinvolge esperti e stakeholder del settore agroalimentare regionale, con l’obiettivo di ascoltare cosa chiede il settore, elaborare strategie e obiettivi comuni.
“Il nostro obiettivo-ha detto Carlo Hausmann assessore regionale all’agricoltura aprendo i lavori- è fornire alle imprese soprattutto ai giovani, che si stanno inserendo nel settore dell’agricoltura, delle coordinare per capire quali siano i comparti di successo, quelli in ascesa per i quali si prevede una crescita costante nei prossimi anni. Il secondo obiettivo è guidare la politica regionale nel rinforzare i settori che hanno performance positive e anche cercare strategie per salvare i settori che sono in una crisi che in questo momento è abbastanza profonda come il caso dei cereali e del latte”.
“La collaborazione con la Regione Lazio-ha sottolineato Alessandro Ruggieri rettore dell’UNITUS – è molto importante. Va sottolineato il metodo della Regione e in particolare dell’assessorato all’agricoltura che raccoglie informazione e ascolta per rafforzare il settore dell’agricoltura e più in generale dell’agroalimentare del Lazio. E’ importante questa collaborazione che ci vede in prima linea perché l’agricoltura rappresenta un punto di forza nella nostra ricerca e nella nostra didattica e anche perché siamo l’unica Università nel Lazio che ha ben strutturato i corsi di studio  e ha una grande quantità di ricerca nel campo dell’agricoltura. Mi sembra che mai come ora la Regione riconosca questo nostro ruolo”.
“La collaborazione con il mondo dell’Università-ha aggiunto Antonio Rosati presidente dell’ARSIAL- è prioritario  per raggiungere gli obiettivi ambiziosi cui ci impegniamo quotidianamente: incentivare lo sviluppo del mondo agroalimentare e creare lavoro è il nostro assillo. Abbiamo uno strumento, le borse di studio per studenti e neolaureati che, come ARSIAL, abbiamo utilizzato in questi anni e continueremo ad attivare per formare professionisti del settore”.
Sono seguite poi varie tavole rotonde e relazioni tra le quali quelle dei professori Giuseppe Scarascia Mugnozza direttore del DIBAF,  Nicola Lacetera direttore del DAFNE, altri docenti UNITUS e esperti.

 

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