Irruzione dei portuali al Pincio: otto avvisi di garanzia
Chiuse le indagini per la vicenda legata al consiglio comunale del 27 luglio scorso, quando alla Calamatta si presentarono un centinaio di lavoratori all’indomani della sospensione del tavolo del lavoro sulle vertenze esplose nello scalo in quel periodo. Tra le persone indagate il presidente della Cpc Enrico Luciani ed il numero due di Minosse Maurizio Iacomelli. Diversi i reati contestati.
CIVITAVECCHIA – Sono otto le persone indagate per la vicenda riguardante l’irruzione di un centinaio di portuali, il 27 luglio scorso, al consiglio comunale che si stava svolgendo in aula Calamatta, al Pincio. La Procura ha infatti chiuso le indagini, affidate ai carabinieri della stazione Principale, inviando gli avvisi di garanzia agli interessati, a partire dal presidente della Compagnia portuale Enrico Luciani e dal vicepresidente di Minosse Maurizio Iacomelli. Con loro altri sei portuali indagati. Tutti, a quanto pare, devono rispondere di interruzione di pubblico servizio, alcuni di violenza privata e solo uno dei sei di minacce, rivolte in questo caso al sindaco Cozzolino.
Le indagini sono scattate l’8 agosto scorso, a seguito della denuncia, accompagnata da una relazione dettagliata, del segretario generale del Comune Caterina Cordella, che ha informato dell’episodio sia la Prefettura che appunto la Procura. Subito è stato aperto un fascicolo da parte del sostituto procuratore Alessandro Gentile, con militari dell’Arma che, coordinati dal comandante Giuliano Mangoni, hanno ascoltato i presenti, tra cui il Sindaco ed il suo addetto stampa, acquisendo testimonianze ed immagini di quella mattina.
Secondo la ricostruzione della Procura, i portuali – che si erano presentati al Pincio per avere risposte dal Sindaco sulla sospensione del tavolo del lavoro dove si sarebbero dovute discutere le vertenze portuali esplose proprio quest’estate, a partire da quella legata allo scarico del carbone – avrebbero innanzitutto impedito il prosieguo del consiglio, con il Sindaco che sarebbe stato strattonato, così come il suo addetto stampa, e minacciato.
Alla Calamatta la situazione, inizialmente tranquilla, si era scaldata alla mancata volontà del primo cittadino di dialogare con i lavoratori presenti: attimi di nervosismo, con urla e qualche spintone. La situazione era stata poi riportata nei giusti toni, con sindaco e presidente della Cpc che dopo qualche giorno erano nuovamente fianco a fianco al tavolo regionale per affrontare le vertenze portuali.
Una questione che sicuramente farà discutere.
fonte Civonline