Claudio Gentili: “L’asta per le autorizzazioni Cupinoro è il risultato dell’inerzia dell’attuale amministrazione”.
“La messa all’asta delle autorizzazioni ambientali per il sito di Cupinoro da parte del curatore fallimentare possono essere considerate il risultato dell’inerzia dell’amministrazione di Bracciano.
La mancata presentazione di un piano industriale credibile in sede di concordato fallimentare da parte di questa giunta è stato uno dei fattori determinanti per la dichiarazione di fallimento.
Si ricorda infatti che il 16 agosto 2016 l’allora amministratore delegato della Bracciano Ambiente, nominato dalla attuale amministrazione, ha comunicato alla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea l’avviso di revoca dell’avviso di gara inerente la progettazione, la realizzazione e la gestione di un Ecodistretto presso il sito di Cupinoro. Successivamente, nella seduta consiliare nella quale si è discusso del nuovo piano industriale proposto dall’attuale amministrazione, dopo ampia discussione, il sindaco ha presentato un emendamento sostenendo che, i terreni dell’Università Agraria di Bracciano sui quali avrebbe dovuto svilupparsi il piano in discussione, non erano nella disponibilità della Bracciano Ambiente e, pertanto non si poteva approvare il nuovo piano industriale. Ciò, di fatto, ha determinato una modifica sostanziale del piano concordatario precedente, facendo venire meno i requisiti per l’approvazione del concordato preventivo con la conseguente dichiarazione di fallimento della Bracciano Ambiente.
Il fallimento de facto ha determinato l’esclusione del Comune di Bracciano dalle scelte relative al futuro di Cupinoro e il passaggio della titolarità delle autorizzazioni ambientali alla Bracciano Ambiente. L’obiettivo del curatore fallimentare, ritengo, sia oggi quello di massimizzare le entrate allo scopo di pagare i debitori e le autorizzazioni costituiscono per la società un patrimonio reale.
Affermare oggi, con dichiarazioni rese alla stampa, che ci si opporrà alla realizzazione a Cupinoro degli impianti autorizzati significa, qualora si possa farlo, non solo approvare provvedimenti tardivi ma anche alimentare un contenzioso che può gravare sulle casse comunali.
Tutti in campagna elettorale ci siamo pronunciati contro questi nuovi impianti. Ma la realtà oggi è un’altra. La Bracciano Ambiente è stata fatta fallire, le autorizzazioni sono oggi proprietà della società e il Comune risulta di fatto escluso dalle sorti riguardanti il sito, considerato inoltre il ruolo della Regione Lazio nella gestione post mortem dell’ex impianto di smaltimento.
L’inerzia di questa giunta si registra anche per quanto riguarda l’affidamento della gestione del servizio di igiene urbana il cui bando di gara, dopo una prima proroga, dovrà essere adottato entro il 1° dicembre.
Malgrado le sollecitazioni il Comune non ha inoltre preso in considerazione le giuste preoccupazioni dei lavoratori i quali da tempo, ma senza esito, hanno chiesto un incontro alla giunta. A chi giova questo atteggiamento da temporeggiatore?”.
E’ quanto dichiara il consigliere di Per un’altra Bracciano Claudio Gentili riguardo la messa in vendita fissata per il prossimo 21 novembre “al miglior offerente” del “ramo di azienda” di proprietà del Fallimento 44/2016 Bracciano Ambiente Spa composto dai titoli autorizzativi per la realizzazione di un impianto di preselezione R.S.U. con produzione di C.D.R. e F.O.S. della capacita di trattamento di 135.000 tonnellate annue di rifiuti e di un impianto per il compostaggio della FORSU e digestione anaerobica.