Lo ha annunciato il presidente dell’associazione volontari Francesco Forno. “La decisione è stata presa dai responsabili dell’Adsp che scrivono la parola fine alla richiesta di riapertura. Ci sono voluti 15 anni per demolire un progetto ed una realtà come questa”
CIVITAVECCHIA – “La camera iperbarica di Civitavecchia e la struttura che la contiene sarà smontata, pezzo per pezzo e tutti i componenti saranno portati via e conservati in attesa di un eventuale compratore”. Una notizia annunciata, con amarezza, dal presidente dell’associazione Volontari Francesco Forno, Gianfranco Forno, a nove anni dalla richiesta alla Regione Lazio di riapertura della struttura. Proprio della mancata attivazione, tra l’altro, sono stati interessati, via mail, i vice presidenti del consiglio Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro delle infrastrutture Toninelli, i rispettivi sottosegretari e, nello scorso gennaio, anche il Presidente della Repubblica Mattarella.
“La decisione è stata presa dai responsabili dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, presidente Francesco Maria di Majo e segretaria generale Roberta Macii – ha spiegato Forno – che scrivono la parola fine alla richiesta di riapertura, richiesta dalla nostra associazione nel novembre del 2016 e a ottobre 2018 (al presidente) e nel giugno 2017 alla segretaria generale. Una decisione assunta con la motivazione che la struttura iperbarica non può restare nell’area demaniale portuale (a suo tempo, e dagli altri amministratori), indicata proprio in funzione della riapertura (area solamente da recintare per isolarla dal porto, ma anche con un accesso a disposizione esclusiva degli operatori portuali), ma accanto alla via Aurelia per poter soddisfare le esigenze dell’utenza, su progetto dell’allora Segretario Generale ing. Ievolella (scomparso recentemente), già ingegnere capo dell’Autority. Ci sono voluti 15 anni per demolire un progetto e una realtà che aveva operato, con i volontari e gratuitamente, dal 1° febbraio 1998 al 31 dicembre 2005, quanto le esigenze di ampliamento delle strutture portuali aveva provocato la chiusura e lo smontaggio della camera iperbarica, ripristinata nell’attuale area nel 2009 per essere pronta, nel novembre 2010, ad essere riaperta. Nel frattempo la Asl RmF, la Regione Lazio, la stessa Autorità Portuale avevano progettato, spendendo anche soldi pubblici, la realizzazione di un Polo di eccellenza di medicina del mare e un Port Hospital all’interno del quale sarebbe stata inserita la camera iperbarica e un Centro di primo soccorso ospedaliero – ha ricordato il presidente dell’associazione – il progetto della camera iperbarica nacque nella nostra Associazione nel 1997, dopo che, per 4 anni (dal 1993 al 1997) avevamo salvato in mare oltre 2000 persone, con il servizio dei volontari bagnini sulle spiagge libere e dei sommozzatori, nel litorale che andava dal castello di Santa Severa a Tarquinia. Al riguardo è bene ricordare che in quegli anni fu redatto il progetto per l’ampliamento e la ristrutturazione dell’ospedale di Civitavecchia (attualmente in fase di completamento) all’interno del quale, nel reparto rianimazione, era stata inserita la camera iperbarica (esistente in quegli anni una struttura iperbarica monoposto). Ebbene, la presenza della struttura iperbarica nel porto ha modificato la progettazione escludendo, ovviamente, dalla stessa la camera iperbarica”.
Oggi, nel Lazio, è funzionante solamente la struttura all’interno del Policlinico Umberto I di Roma, avendo le altre tre strutture esistenti chiuso i battenti (quella del Gemelli, il Centro Iperbarico Romano e la struttura di Latina).