Cattedrale Vegetale

È stata inaugurata a Lodi, su progetto dello scomparso artista Giuliano Mauri.
È stata da poco inaugurata, a Lodi, la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, esempio encomiabile della perfetta armonia tra
l’Arte umana e Natura. La Cattedrale rappresenta l’eredità, il testamento artistico di Mauri, scomparso nel 2009.
“Credere in un luogo di culto e di aggregazione, dove esiste solo la natura con la sua forza e i suoi silenzi; contemplare il cielo e
pregare ognuno a proprio modo, o semplicemente lasciar fluire i pensieri, essere dentro l’opera.”
Nel 2010, la sua famiglia decide di portare avanti il progetto e presentarlo all’amministrazione comunale che accoglie questo
grande sogno con entusiasmo. La Cattedrale viene pensata e voluta per la città di Lodi e sorge sulla riva sinistra del fiume Adda, nell’area ‘Ex Sicc’. La direzione artistica dei lavori è stata coordinata dai figli di Mauri. Si estende su un’area di 1.618
metri quadri, costituita da 108 colonne di legno – dal diametro di 1,20 metri ciascuna – ed è alta 18 metri, lunga 72 e larga 22,48 metri. La struttura ospita 108 alberi guidandone la crescita.
A novembre 2016, dopo la messa in sicurezza dell’opera, una trentina di bambini, di due classi delle elementari di una scuola
di Lodi, hanno dato vita alla Cattedrale Vegetale, piantando alcune querce, di 60 cm di altezza, all’interno delle colonne di
legno che compongono le 5 navate. Nel 1981 Giuliano Mauri diventa il primo Artista italiano che entra a far parte del movimento internazionale ART IN NATURE, grazie all’incontro con Vittorio Fagone e Dieter Ronte. L’Artista viene nominato fa
Fagone ‘Il tessitore del bosco’, proprio perché dedito alla costruzione di architetture vegetali, descritte da Pierre Restany come ‘Architetture dell’immaginario’, con l’obiettivo di recuperare un dialogo profondo con i luoghi.
Un’Architettura che si innesta perfettamente con l’ambiente che l’accoglie, diventandone quasi parte integrante.
Le sue opere vengono realizzate solo con materiale naturale e vivono, letteralmente, seguendo il naturale ciclo di vita, senza
intaccare il paesaggio in modo invasivo, ma entrando in un intimo rapporto con esso. “La Cattedrale rappresenta un’idea di
magnificenza, un ordine e una sacralità del luogo, ho sempre voluto dare corpo a questa fratellanza che esiste tra il luogo e la
sacralità della terra e di questi elementi che si innalzano che sono gli alberi. In questo c’è dentro tutta la filosofia del mio lavoro. Il luogo non mi dimentica e questo mi fa felice, mi piace pensare che la gente lo attraverserà pensando al perché è stata costruita, al perché si è fatta, una domanda che la gente si farà da sé, rendendosi conto che l’opera vale il posto”.

 

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