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Chiaramente due persone che non si conoscono e provengono da passati e famiglie differenti è decisamente improbabile che si incastrino perfettamente su tutti i piani dell’essere dal primo momento. A suscitare il vissuto di perfezione intervengono le nostre proiezioni inconsce, le nostre aspettative, i nostri desideri e bisogni, in una parola il nostro schema affettivo, cui l’altro sembra colludere perfettamente perché in questo stato di eccitazione mentale, emotiva e fisica si tende a vedere soltanto ciò che si vuole vedere. La familiarità con la situazione e con l’altro, la sensazione di conoscerlo da sempre e di sapere esattamente cosa fare derivano sempre dallo schema affettivo inconscio che è come una mappa che ci guida in un territorio conosciuto da sempre. In sostanza si è spinti inconsciamente a riproporre la scena edipica familiare, di quando eravamo bambini con i nostri genitori e le figure significative di riferimento, nel tentativo e nella speranza, ora divenuta desiderio, di risolvere lo schema, di restaurare quell’immagine frustrata e a volte infranta di perfezione d’amore, di piena condivisione, di armonia edenica perduta. Le ferite dell’infanzia vogliono essere sanate! E’ questo che muove gli adulti verso l’illusione d’amore: il tentativo maldestro e sognante di rivivere la serenità perduta da piccoli o di aggiustare le cose che in famiglia sono andate male. Questa dinamica si chiama “coazione a ripetere” ed è una spinta interna a rivivere il trauma della ferita o della perdita dell’armonia per guarire. Purtroppo si tratta di meccanismi proiettivi e quindi di illusioni. Il partner non è il genitore perfetto che avremmo voluto e la relazione tra adulti non è la relazione genitori-figli. Il partner è un altro da noi, proviene da un’altra storia, con ogni probabilità sta cercando nella vita un altro senso e un altro significato, il suo! Col tempo la realtà si manifesta prepotentemente e ci si ritrova nuovamente nei guai come lo si era prima dell’incontro, soltanto ancora più feriti, ancora più delusi, ancora più arrabbiati. Dall’infanzia non si esce attraverso la “coazione a ripetere” gli schemi affettivi familiari nella relazione d’amore, ma attraverso un percorso di consapevolezza e conoscenza, attraverso l’elaborazione profonda del nostro passato e maturando la nostra identità di adulti.

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