Se ne va un altro piccolo pezzo di storia di Civitavecchia.
Per la nave in disarmo da anni a Messina si avvicina il fine vita in un cantiere in regola con le norme europee in materia di smaltimento degli scafi.
(Shipping Italy) – Potrebbe davvero essere vicino il fine vita per il Logudoro, il datato traghetto di Rfi (costruzione del 1988) che da anni giace in disarmo nel porto di Messina dopo essere stato al centro anche di una controversia giudiziaria. Sul sito della Capitaneria di Porto di Catania è infatti comparsa una nuova istanza per la dismissione della bandiera italiana da parte del mezzo “per vendita a società estera e iscrizione nel registro non comunitario (Guinea Equatoriale)”. Un messaggio che replica nei contenuti quello già pubblicato nel marzo dello scorso anno, ma che questa volta dovrebbe davvero preludere alla prossima conclusione di una compravendita del mezzo, per la quale, fanno sapere da Rfi, la negoziazione sarebbe ora giunta alle battute finali.
La cessione, aggiungono dalla controllata del gruppo Ferrovie dello Stato sarebbe (prevedibilmente, considerate le condizioni del mezzo) finalizzata a una sua successiva demolizione, che dovrebbe avvenire presso un cantiere incluso nell’elenco di quelli autorizzati dalla Commissione Europea.
Escluso dal diretto interessato il coinvolgimento di San Giorgio del Porto (unico stabilimento italiano tra quelli presenti nella lista), sulla base delle informazioni fin qui disponibili e delle condizioni del mercato, per il Logudoro sembra quindi profilarsi come probabile la cessione a un cash buyer, che provvederà poi a far avviare il mezzo in uno stabilimento verosimilmente turco.
Realizzato nel 1988 nello stabilimento palermitano di Cantieri Navali Riuniti, il Logudoro era stato inizialmente impiegato sulle rotte passeggeri per la Sardegna fino alla conversione, nel 2000, in unità per trasporto merci, anche ferroviario. Dal 2012 il traghetto è stato in servizio sullo Stretto, collegando Sicilia e Calabria, fino al pignoramento disposto a suo carico nel 2016 a conclusione di una vicenda giudiziaria che aveva visto contrapposti Rfi e alcuni marittimi che, dopo alcuni anni di precariato, si erano visti riconoscere il diritto a un contratto a tempo indeterminato e al soddisfacimento dei relativi benefici economici, dai quali erano discesi crediti per oltre 300mila euro. Da quell’anno il mezzo giace, come detto, in disarmo nel porto di Messina.
Lungo 145 metri, largo circa 18 e con 6.505 tonnellate di stazza lorda, il Logudoro nella sua ultima configurazione è in grado di ospitare 12 passeggeri ed è dotato di quattro binari per il trasporto di convogli ferroviari.