Vi fu eretto il Castrum Tingiani.

La necropoli del Ferrone è situata al di sopra di un pianoro tufaceo e naturalmente difeso su tre lati, tra la confluenza del fiume Lenta col fiume Mignone, insiste su un’ antecedente insediamento dell’ Età del Bronzo. Il complesso comprende una cinquantina di sepolcri, distribuiti su tre nuclei separati. Tutte le tombe sono a camera scavata, l’ architettura esterna consta di tombe a tumolo del tipo monumentale e a dado, è la seconda per grandezza nel territorio di Tolfa. La frequentazione risale alla metà del VII sec. a.C. e continua per tutto il V sec. a.C., si ritiene che fosse collegata al vicino abitato etrusco dei Bagni di Stigliano. I primi scavi furono negli anni’ 50 da parte dell’ ispettore alla Soprintendenza Archeologica Angelo Stefanini, insieme all’ assitente Luigi Gobbi, a tale periodo appartiene la scoperta della “Tomba dei Troni” e un corredo con un’ anfora del Gruppo della Tolfa. Seguono gli scavi del GAR in collaborazione con la Soprintendenza degli anni’ 90 che recuperarono un corredo quasi intatto, di cui spiccano due pithoi, con fregio a cilindretto, e un anfora attica a vernice nera della scuola del Pittore di Micali, ove è rappresentata una scena di prothesis (deposizione) sul kline (letto). L’architettura delle camere è a soffitto displuviato, con columen longitudinale o a terminali discali che, insieme ai corredi funerari, dimostrano una chiara afferenza ceretana. Come conseguenza della romanizzazione del territorio, dal III sec. a.C.  si vede un riutilizzo delle tombe, dovuto all’insediamento, in un punto estremo del pianoro, di una villa rustica di Età Repubblicana, che perdura almeno fino al I sec. d.C. Sull’ altra parte estrema del pianoro, opposta all’ edificio romano, nel XIII secolo, sorge in ultima istanza, un castello medioevale, dotato di una cinta difensiva, costruita in blocchi saldati con malta e due fossati paralleli. Questo centro fortificato, secondo un atto relativo alla vendita di Monterano, corrisponderebbe all’antico Castrum di Rocche Tingiani, restaurato dalla Soprintendenza negli anni’60, ebbe breve indagine durante gli ultimi scavi. Il sito medioevale sarà abbandonato nel XIV secolo, come molti luoghi, forse per la peste nera del 1348, infine resterà luogo di pastorizia e transumanza, come testimonia il fondo di una capanna circolare, dotata di focolare, risalente al XVII secolo.

G.STRACCI-SSC

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