LA SALUTE DEI RAPPORTI AFFETTIVI di Alesandro Spampinato (1^parte)
Le cose cambiano a seconda del punto di vista da cui le osserviamo. In terapia di coppia questo è all’ordine del giorno. Le versioni dei due partner differiscono su tutto, anche sugli orari e sui luoghi. Lo stesso fatto raccontato da persone diverse non è mai lo stesso. Questo accade perché la percezione è sempre soggettiva ed è influenzata dalla nostra mentalità, dalle nostre aspettative, dai giudizi, dai pregiudizi, dalle cognizioni e dai valori di riferimento. Qualsiasi cosa viene percepita in modo assolutamente originale da ognuno di noi e prende significati diversi. Inoltre, per comunicare utilizziamo uno strumento decisamente approssimativo e ambiguo: il linguaggio. Le parole hanno mille sfaccettature e significati, cambiano a seconda del contesto e del modo in cui vengono dette. Il linguaggio è verbale, non verbale e meta-verbale, insomma capirsi su cosa ci accade è davvero difficile. Per questo spesso nei rapporti non ci si parla neanche più, perché o è inutile o è assolutamente dannoso e controproducente. Ci si fraintende, ci si giudica, si anticipano le conclusioni e soprattutto ci si scontra su opinioni differenti perché nessuno la pensa esattamente come un altro. La difficoltà ad accogliere e accettare punti di vista differenti rende la comunicazione un campo di battaglia con morti e feriti. Tutti vogliono avere ragione sull’altro affermando il proprio pensiero e punto di vista come se fosse l’unico giusto, buono e bello. Spesso parlare significa litigare, offendere, criticare, denigrare, giudicare con la conseguenza di rovinare e interrompere i rapporti. Sempre più spesso le persone non parlano più di nulla o parlano del nulla per stare tranquilli. L’incapacità a parlare in modo sano e efficace e la disabitudine al ragionamento stanno rendendo i rapporti umani sempre più instabili e vuoti di contenuti. Ma che senso ha un rapporto se viene meno la possibilità del confronto? Un rapporto sano è tale perché offre l’opportunità di condividere, conoscersi e crescere insieme in un’esperienza comune. In questo tipo di relazione il dialogo è lo strumento di lavoro per questa crescita personale e di tutta la famiglia. Ma per arrivare a questo bisogna prima sapere dialogare e sapere ragionare. Parlare significa innanzi tutto rispettare tempi e modi dell’interlocutore e la sua sensibilità. Per questo è importante scegliere il momento giusto, usare parole semplici ed efficaci e parlare sempre in prima persona usando esempi personali. Nella comunicazione efficace il giudizio è sospeso, si parla per concetti ed esempi in modo sintetico per facilitare la comprensione dell’altro senza urtarlo e permettergli di ribattere. Inoltre è di fondamentale importanza non voler né convincere l’altro di nulla né di ingaggiare competizioni intellettuali o prove di forza. Chiaramente nel dirigere la conversazione su questi parametri è necessario saper tacere e ascoltare al momento opportuno. Saper fare questo è già tantissimo ma potrebbe non bastare.
(continua nella prossima edizione)