LA SEMPLICITA’ DEL BENE E DEL MALE (Rubrica a cura del dott. Alessandro Spampinato)

LA SEMLICITA 'DEL MALE

Otto Adolf Eichmann era un uomo del regime nazista, un uomo speciale, era bravissimo nel suo lavoro. Il Mossad lo scopre in sudamerica e lo rapisce per portarlo in Israele e processalo per crimini contro l’umanità. Eichmann dà un esempio eccellente di conformismo, ubbidienza e devozione al lavoro e al padrone disarmando quasi la giuria che si è più volte vista in difficoltà nel giudicarlo e ha inferto duri colpi all’accusa che lo incalzava. Quando il “burocrate”, il “ragioniere” e il “soldato” Eichmann estraeva dalla sua folta pila di documenti i comunicati e gli ordini scritti del comando generale di Berlino a firma autentica di Hitler, tutti nel tribunale israeliano tacevano attoniti e pensierosi, perchè quest’uomo, che ha organizzato in modo eccellente e meticoloso i trasporti ferroviari dei prigionieri verso i campi di sterminio, tuonava dicendo: “voi mi volete condannare perchè sono bravo nel mio lavoro? perchè essendo un militare obbedivo agli ordini dei miei comandanti? Ordini scritti e autentici!” Nulla da dire, se non che si sta parlando della deportazione inumana di milioni di persone verso la morte certa e pianificata. Otto Adolf Eichmann (Solingen, 19 marzo 1906 – Ramla, 31 maggio 1962) è stato un paramilitare e funzionario tedesco, considerato uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista. Col grado di SS-Obersturmbannführer era responsabile di una sezione del RSHA; esperto di questioni ebraiche, nel corso della cosiddetta soluzione finale organizzò il traffico ferroviario per il trasporto degli ebrei ai vari campi di concentramento. Criminale di guerra, sfuggito al processo di Norimberga, si rifugiò in Argentina, ma venne poi catturato dal Mossad, processato e condannato a morte e impiccato in Israele per genocidio e crimini contro l’umanità. Ecco la banale semplicità del male, persone che obbediscono ciecamente al padrone, al sistema o ad una ideologia fino alla perversione, al degrado morale e umano, fino all’orrore! Persone preparate, competenti, capaci e intelligenti ma dall’intelletto atrofizzato, senz’anima nè umanità. Dall’altra parte abbiamo un suo collega, altrettanto illustre e famoso, nazista e schiavista, un imprenditore del regime che fabbricava utensili e munizioni per l’esercito del Terzo Reich, Oskar Schindler (Svitavy, 28 aprile 1908 – Hildesheim, 9 ottobre 1974). Anche il nazista Schindler aveva la sua divisa con la spilla a forma di svastica sulla giacca, anche lui aveva prestato giuramento e lavorava per il regime di Hitler, ma le sue pentole non servivano a nulla, i suoi proietti si inceppavano e le sue bombe non esplodevano. Ha dilapidato un enorme quantità di denaro e ha creato tanti problemi ai suoi superiori e alle SS, come imprenditore ha decisamente fallito ma ha dichiarato che non era per nulla interessato a produrre armi e oggetti utili e funzionanti per la guerra. Ecco la stupefacente semplicità del bene. Oskar Schindler ha utilizzato il suo ruolo e la sua appartenenza al Reich per salvare più di 1100 persone dallo sterminio rischiando in prima persona tutto e fallendo come imprenditore. Schindler è stato insignito dell’Onorificenza di “Giusto tra le nazioni”. Dopo la Seconda guerra mondiale il termine Giusti tra le nazioni (in ebraico: חסידי אומות העולם, traslitterato Chasidei Umot HaOlam) è stato utilizzato per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah. È inoltre una onorificenza conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, Yad Vashem fin dal 1962, a tutti i non ebrei riconosciuti come “Giusti”. Queste persone vengono inoltre onorate con degli alberi d’ulivo nella strada dei giusti a Gerusalemme dove esiste il museo e il centro di ricerca Yad Vashem che continua anche cinquant’anni dopo la fine della guerra a cercare le persone che hanno salvato ebrei durante quei terribili anni. Schindler poté piantare il suo albero nel 1959 e solo anni dopo, dietro la spinta dei “suoi” ebrei, che ancora oggi si autodefiniscono “gli ebrei di Schindler”, ricevette anche in Germania una medaglia e una pensione minima.
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