Gianni Moscherini

Il candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Tarquinia, Gianni Moscherini, ci spiega come affrontare il problema legato all’erosione delle spiagge e su come rilanciare il turismo marino.

“L’ambiente costiero è un ecosistema dinamico, in cui i processi naturali e quelli di origine antropica si sommano e interagiscono modificandone le caratteristiche morfologiche, fisiche e biologiche e i litorali sabbiosi sono i territori più vulnerabili, quelli in cui maggiormente si manifestano tali evoluzioni”.

Tra le molteplici attività di difesa del suolo, quella relativa alla tutela del territorio marino, riveste una grande importanza dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Sempre più spesso, infatti, assistiamo a fenomeni di erosione delle spiagge e dei litorali, che procurano danni ingenti alle attività economiche insediate.

Com’è noto, l’ambiente costiero è un ecosistema dinamico, in cui i processi naturali e quelli di origine antropica interagiscono modificandone le caratteristiche morfologiche, fisiche e biologiche e i litorali sabbiosi sono i territori più vulnerabili, quelli in cui maggiormente si manifestano tali evoluzioni.

Tarquinia ha già subito diversi interventi di ripascimento ma, in alcuni casi, il lavoro è stato parzialmente compromesso dall’azione naturale del mare.

Nel nostro progetto di rilancio dei 21 chilometri di costa, Smart Beach c’è anche quello di studiare, il sistema più efficace per contrastare l’erosione e potenziare l’efficienza ricettiva delle strutture già esistenti e realizzandone altre ex novo.

Anche i porticcioli turistici, oltre al benefit economico che portano, aiutano la costa a sopportare il martellamento del moto ondoso e limitare i danni alle battige.

Una cittadina come Tarquinia, con 21 chilometri di costa non può non avere uno o più porticcioli turistici.

I rilievi batimetrici che abbiamo preso in esame ci hanno dato precise indicazioni sui fondali e sui luoghi dove certi tipi di azione risultano essere più efficaci e meno costosi.

Tecnici di primissimo ordine hanno già messo in piedi degli studi che potranno essere visti e dibattuti nelle sedi opportune.

Tarquinia deve avere il suo porto e un pennello a mare dove far attraccare navi da crociera.

C’è da riportare all’antico splendore Porto Clementino.

Non dimentichiamo anche il tratto prospicente le Saline che in parte è in balia del degrado e dell’abbandono.

Investire su questi progetti, per i grandi gruppi del settore, è un desiderio tanto atteso.

Noi esaudiremo il sogno degli investitori mettendo al centro di ogni iniziativa gli interessi della Città e dei tarquiniesi.

 

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