Ladispoli Attiva: “Riscossione Tributi a Ladispoli. Serve più efficienza, non una nuova società pubblico-privata”
LADISPOLI – Nell’ultima seduta di consiglio comunale del 5 maggio dedicata al bilancio di previsione, è emersa in tutta la sua drammaticità la questione della riscossione dei tributi. Durante il dibattito, il sindaco Grando ha dichiarato che nel 2022 solo il 2% del totale dei ruoli affidati ad Agenzia delle Entrate e Riscossione è stato ad oggi incassato. Davvero poco.
Il tema era stato già messo in evidenza dai revisori dei conti, tanto che nella loro relazione al bilancio avevano invitato l’ente ‘’a rendere la riscossione più efficiente, poiché solo la piena effettività delle entrate permette la realizzazione delle politiche pubbliche locali’’.
Per far fronte a questo problema, la maggioranza ha accolto la proposta del consigliere Eugenio Trani, che ha proposto una mozione tesa alla creazione di una società pubblico-privata al quale affidare il servizio di riscossione.
Un’ipotesi che – come Ladispoli Attiva – ci vede contrari per varie ragioni. In primo luogo, perché esiste il rischio concreto che una simile società si trasformi in un “carrozzone”, utile soprattutto al clientelismo politico, i cui costi graverebbero sulle finanze del comune, come già accaduto molte volte nella storia del nostro Paese. Non a caso questa nuova società è già costata 50.000 mila euro solo per le future consulenze sulla sua fattibilità.
Un’altra obiezione è legata al sicuro aumento dei costi di riscossione gravanti sull’ente attraverso l’applicazione di un aggio sui tributi a ruolo. Infine, una società mista pone dei problemi di ordine gestionale, dal momento che obbligherebbe il comune a condividere con il privato l’indirizzo politico sugli obiettivi di carattere sociale perseguiti anche tramite la riscossione dei tributi.
Per tali motivi, Ladispoli Attiva ritiene che, l’unica strada da poter percorrere per rendere più efficiente la riscossione dei tributi sia quella di abbandonare l’Agenzia delle Entrate e Riscossione ed internalizzare il servizio attraverso la creazione di un ufficio specifico come previsto dal D.L. n. 193/2016. Tale ufficio dovrebbe dotarsi di nuovo personale, visto che c’è la possibilità – e le risorse necessarie (come ribadito anche dai revisori) – di poter aumentare il numero dei dipendenti comunali.
L’internalizzazione della riscossione è l’alternativa che più di tutte permette di garantire i principi di equità sociale che devono regolare l’attività amministrativa in genere. Con l’internalizzazione l’ente locale riuscirebbe a gestire in modo diretto tutte le fasi di riscossione del tributo, occupandosi dell’accertamento, della liquidazione, dell’invio dei provvedimenti, fino alla riscossione coattiva vera e propria attuata mediante ingiunzione.
In tal modo tutto il processo sarebbe seguito internamente e direttamente dall’ente locale, con notevoli vantaggi in termini di correttezza e attenzione nell’emissione dei provvedimenti, buon fine delle notificazioni e controllo dei risultati.