L’Adsp mette in vendita la camera iperbarica, Forno: ”Così di Majo scrive la parola fine sulla riapertura”
Dopo anni di silenzio qualcosa si muove nel procedimento relativo alla camera iperbarica. Il problema è che, secondo l’associazione “Volontari Francesco Forno” quanto disposto dall’Autorità di sistema portuale chiude di fatto la parola ad una possibile riapertura della struttura. È stato pubblicato infatti il 28 ottobre scorso un bando pubblico per la vendita del bene di proprietà dell’Adsp “Camera iperbarica comprensiva del modulo abitativo prefabbricato e ogni altro tipo di attrezzature presente nel centro iperbarico”. Le offerte vanno presentate entro le ore 12 del 27 novembre 2020 mentre il prossimo 3 dicembre si procederà all’aggiudicazione e nei successivi 60 giorni la struttura dovrà essere smontata e portata via.
La camera iperbarica di Civitavecchia e la struttura che la contiene sarà smontata, pezzo per pezzo e tutti i componenti saranno portati a Pomezia e lì conservati in attesa di un eventuale compratore.
Questo era accaduto nel maggio 2019.
Oggi, invece compare un avviso pubblico dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, presidente uscente (e speriamo non riconfermabile) Francesco Maria di Majo che scrive la parola fine alla richiesta di riapertura, richiesta dalla nostra Associazione nel novembre del 2016 e a ottobre 2018 (al presidente) e nel giugno 2017 alla segretaria generale. Infatti, sulla base di una richiesta di acquisto formulata da una associazione sportiva di Pomezia (ASD S-LIFE TEAM) al prezzo di 20.000,00 euro) l’Autority ha emesso un bando pubblico il 28 ottobre scorso per la vendita del bene di sua proprietà “camera iperbarica comprensiva del modulo abitativo prefabbricato e ogni altro tipo di attrezzature presente nel centro iperbarico”. Le offerte vanno presentate entro le ore 12 del 27 novembre 2020 mentre il prossimo 3 dicembre si procederà all’aggiudicazione e nei successivi 60 giorni la struttura dovrà essere smontata e portata via.
Ci sono voluti 15 anni per demolire un progetto e una realtà che aveva operato, con i volontari e gratuitamente, dal 1 febbraio 1998 al 31 dicembre 2005, quanto le esigenze di ampliamento delle strutture portuali aveva provocato la chiusura e lo smontaggio della camera iperbarica, ripristinata nell’attuale area nel 2009 per essere pronta, nel novembre 2010, ad essere riaperta.
Nel novembre 2010 fu presentata la richiesta di Autorizzazione all’esercizio alla Regione Lazio.
La pratica, presso la Regione Lazio e presso il comune di Civitavecchia, scomparve fino all’aprile 2012, allorché il terzo servizio della trasmissione “Striscia la Notizia” e l’immediato intervento della Polmare, riportò alla luce la pratica, conclusa negativamente dalla Regione Lazio, nel novembre dello stesso anno con due motivazioni inesistenti.
Nel 2015 e 2016, con Pasqualino Monti, prima presidente e poi Commissario, l’Associazione riprese i contatti con l’Autority (ufficio legale e demanio), la Regione Lazio e l’ASL RMF giungendo quasi ad un accordo per la riapertura immediata e la emissione, nel gennaio del 2017, di un bando pubblico per la gestione della struttura iperbarica,
Il progetto della camera iperbarica nacque nella nostra Associazione nel 1997. L’Associazione ordinò, alla Sistemi Iperbarici, la camera con i primi contributi volontari ottenuti dal Comune di Tarquinia, dall’Autorità Portuale, dalla Banca Nazionale del Lavoro, dal Comune di Civitavecchia e dal Credito Italiano pari a poco più di 138 milioni di lire.
Il Segretario Generale dell’epoca, Gianni Moscherini e il Presidente Francesco Nerli, decisero di completare i finanziamenti necessari e, quindi, di far diventare l’Autorità Portuale di Civitavecchia, proprietaria dell’intera struttura, recuperando le spese necessarie dai diversi cantieri aperti (in quel periodo) per la realizzazione delle opere di ristrutturazione delle banchine.
La nomina a presidente dell’avv. Francesco Maria di Majo, interessato della problematica sospesa nel novembre 2016 mediante una comunicazione via pec, ha portato al silenzio assoluto, malgrado un sollecito ad ottobre 2018 ed un incontro, nel novembre 2017, presso l’ufficio del Sindaco di Civitavecchia Cozzolino al quale è seguito il nulla, malgrado il Consiglio Comunale di Civitavecchia abbia approvato alla unanimità, lo scorso anno un ordine del giorno per la riapertura della camera iperbarica.
E’ bene ricordare che con la ossigenoterapia iperbarica si curano ben 15 patologie:
- embolia gassosa ed arteriosa
- intossicazione da monossido di carbonio
- gangrena gassosa da clostridi
- infezione da flora batterica mista
- gangrena umida delle estremità in diabetici
- sindrome da schiacciamento
- radionecrosi tissutale
- sordità improvvisa
- osteomielite
- trapianti e lesioni chirurgiche a rischio
- insufficienze vascolari
- fratture a rischio di scarso consolidamento
- algodistrofie post traumatiche e necrosi asettica
- patologie retiniche
- ferite infette da flora batterica mista.
Associazione Volontari Francesco Forno
Il presidente Gianfranco Forno
Camera iperbarica, D’Amico (Lega): “Di Majo ritiri il bando”