LADISPOLI – Una trasferta nella Capitale per apprendere “sul campo”, sfruttando il vantaggio inestimabile della vicinanza della Città Eterna: è quella che ha visto protagonisti gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli (IV, V KA, VSA e VSB) che il 4 e l’8 marzo, accompagnati dai docenti Francesca Arigliani, Dina Cerroni, Pasquale Fierro, Nicola Maggiarosa, Paolo Pernice e dall’Assistente Ahron Lucantonio, si sono recati a visitare uno dei luoghi più evocativi e famosi della Capitale e della storia ebraica: il Ghetto di Roma. “Crediamo in un apprendimento che non può limitarsi al suo aspetto manualistico, – ha spiegato la Prof.ssa Dina Cerroni, Docente di Francese dell’Istituto Alberghiero – ma deve al contrario basarsi sull’esperienza e mostrare agli studenti i luoghi degli eventi, anche nelle loro trasformazioni. Siamo certi che percorrere le vie dell’antico Ghetto di Roma, nonostante i cambiamenti che ha subito nel corso del tempo, consenta ai nostri allievi di “fissare nella memoria” fatti e contesti che rimarrebbero altrimenti nozioni astratte facilmente destinate all’oblio. Rivolgiamo un grazie speciale al nostro Assistente Ahron Lucantonio, profondo conoscitore della cultura ebraica, che ci ha fatto da guida al Museo della Shoah”.
Ma l’uscita didattica è stata declinata e “personalizzata” in diversi modi, assecondando anche le richieste e le curiosità degli studenti. Gli allievi della V SA, ad esempio, accompagnati dalla Prof.ssa Anna Gaspari, Docente di Letteratura e Storia, dopo la visita del Ghetto hanno scelto di percorrere a piedi i luoghi più importanti della Capitale lungo un itinerario che ha avuto come tappe il Portico d’Ottavia, il Teatro di Marcello, l’Isola Tiberina, il Circo Massimo, le Terme di Caracalla, l’Arco di Costantino, il Colosseo, la Colonna Traiana, l’Altare della Patria e Piazza Venezia. “Siamo purtroppo abituati, come docenti, a dare per scontate ed acquisite molte conoscenze che invece hanno bisogno di un contatto autentico con i luoghi. – ha sottolineato la Prof.ssa Anna Gaspari – La “passeggiata” di oggi aveva proprio lo scopo di dare spessore e concretezza a nomi che tendono ormai ad essere associati solo virtualmente alla realtà, pur facendo parte della nostra identità. Roma rappresenta d’altra parte un vero e proprio giacimento di storia e di memoria e non possiamo dunque perdere l’occasione di farla conoscere quanto più possibile ai nostri allievi”.
La V SB, infine, accompagnata dai docenti Francesca Arigliani e Pasquale Fierro, ha deciso di abbinare la visita al Ghetto ad un approfondimento delle tradizioni e delle regole alimentari dell’Ebraismo. “Per gli studenti della V SB si trattava di un’uscita didattica “premio”, – ha spiegato la Prof.ssa Francesca Arigliani, Docente di Scienze dell’Alimentazione dell’Istituto Alberghiero – ma non volevamo rinunciare agli aspetti culturali e alla conoscenza dei luoghi più importanti per la futura professione dei nostri allievi.  Come prima tappa abbiamo scelto allora “Eataly”, il più famoso Punto vendita delle eccellenze enogastronomiche italiane (e non solo). Gli studenti hanno percorso i vari ambienti espositivi e, curiosando tra gli scaffali, hanno potuto apprezzare la vasta scelta di prodotti di alta qualità con marchio Slow food, nonché di tutti quei prodotti regionali che hanno reso famosa l’Italia all’estero. E sono rimasti letteralmente affascinati dalla bellezza e dalla poesia che il cibo e il vino sono in grado di comunicare quando raccontano storie di passione, di ricerca e di cura, ossia quando sono il frutto di un attento lavoro artigianale”. “Come seconda tappa – ha aggiunto il Prof. Fierro, Docente di Sala dell’Istituto Alberghiero – abbiamo scelto il Ghetto ebraico. In classe ne avevamo approfondito la storia e stamattina gli studenti hanno potuto passeggiare tra i vicoli e le piazze di questa affascinante zona di Roma, assaporando il fascino e la suggestione dei suoi scorci, in particolare del Portico di Ottavia. Le Pietre di Inciampo poi, nei vicoli del ghetto, hanno offerto l’occasione di rivivere il triste episodio del rastrellamento del 1943 e di fare delle riflessioni profonde anche alla luce del terribile momento storico che stiamo vivendo. I numerosi ristoranti kosher della zona – hanno aggiunto i docenti – hanno permesso quindi di approfondire le regole alimentari dell’ebraismo e di studiare le caratteristiche della proposta ristorativa del Ghetto che, in molti suoi piatti, manifesta un forte legame con la città (si pensi alla ricetta giudaico-romanesca del Carciofo alla Giudia, immancabile fritto delle osterie romane) ma che appare in molti aspetti anche esotica con gli immancabili Falafel. E per il pranzo abbiamo scelto un fast food kosher molto noto a Roma, che ci ha consentito di concludere una giornata piena di sole, di storia e di bellezza, con un carico di buon gusto e buona cucina. Il bilancio? – hanno concluso i docenti – Non abbiamo avuto bisogno di usare le parole, perché l’entusiasmo si leggeva nei nostri e nei loro sorrisi. Con il treno siamo tornati a Ladispoli, è vero, ma negli occhi e nel cuore abbiamo portato Roma con noi”.

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