Il Miracolo che Santa Marinella ha dimenticato.
Il Santuario dedicato alla Madonna della Quercia di Viterbo è ancora oggi il più importante della Tuscia, oggi compresa tra la Provincia di Viterbo e l’alto Lazio. Alla realizzazione parteciparono personaggi del calibro di Antonio da Sangallo, Andrea Della Robbia e il Ghirlandaio. La storia inizò nel 1417, quando Battista Magnano Iuzzante fece dipingere, dal Monetto, una Madonna con Bambino sopra un embrice, forse di epoca romana. L’opera fu posta nei pressi di un crocevia su di una quercia, alla vista dei viandanti. I miracoli da quel momento non si fecero attendere e furono oltre un centinaio. Si decise allora nel 1467 di inglobare le medesime, quercia e tegola, in una Cappella e infine, nel 1577, di costruire il Santuario che fu, in seguito, elevato a rango di Basilica. Tra i devoti vi furono persino papi come Sisto IV, Giulio II e Pio V. La posizione strategica lo rese presto meta devozionale e nel 1532 la Confraternita dei Macellari ne introdusse il culto a Roma, intitolando alla Madonna della Quercia la preesistente Chiesa di San Niccolò de Curte. Il territorio della Tolfa, posto nel mezzo, era perciò meta dei passanti, e in uno di questi spostamenti accadde l’ episodio dell’apparizione della Madonna a Santa Marinella, nella località di Prato Cipolloso. L’ accaduto è ricordato nel volume “I fiumi quattro del Paradiso terrestre”, compilato nel 1636 da Tommaso Bandoni da Lucca dei Frati Predicatori e sagrestano Maggiore della Chiesa della Madonna della Quercia. Leggiamo che il 7 ottobre 1634 Francesco Maria di Renio, originario del Ducato di Montalto, portò un ex-voto alla Madonna della Quercia, spiegando che lo aveva salvato da un agguato mortale. Egli racconta che mentre camminava per “l’ara di Prato Cipolluto della Tolfa” fu colpito cinque volte da un’accetta alla testa, fuggendo si ritrovò sotto una quercia, li vedendo avvicinarsi l’aggressore, armato di “pistolese” (coltello), invocò disperatamente la Madonna della Quercia che gli apparve vestita di bianco brandendo una spada, con cui riparò tutti gli oltre venticinque fendenti del pugnale, inoltre i colpi dell’accetta guarirono benissimo. Fu così che il miracolo dell’apparizione della Madonna fu segnato nel registro del Santuario, ma paradossalmente passò nel dimenticatoio della storia di Santa Marinella, infatti non se ne trova menzione di un tale episodio così importante. Una tale vuoto storico risiede probabilmente nel miracolo, che fu comunicato solo alla distante Viterbo, inoltre all’epoca molte tenute come Prato Cipolloso, erano sotto il Comune di Tolfa e solo con un decreto regio del 1922 passarono al territorio di Santa Marinella (allora frazione di Civitavecchia). Ciò nonostante vista l’importanza storico-religiosa, l’apparizione della Madonna della Quercia è un Miracolo riconosciuto che andrebbe localmente ricordato e celebrato liturgicamente dalla Diocesi con la Parrocchia.
G.Stracci-SSC