“Ho letto la critica, anche aspra, ma d’altronde nota, della Confcommercio al progetto di realizzazione del Welcome Center a Fiumaretta e pur rispettando e tenendo in debita considerazione l’opinione della categoria, in questo caso non sono d’accordo.
L’obiettivo del mio assessorato, così come quello della città, è tanto migliorare le condizioni di esercizio dei commercianti quanto quello di favorire la migliore accoglienza turistica possibile.
Tutti i civitavecchiesi hanno visto in questi anni quanto l’area di Largo della Pace sia inadeguata all’essere un nodo di scambio per il flusso dei turisti che attraverso il porto approda nel nostro paese: sta alle istituzioni, in questo caso Comune e Autorità Portuale, garantire un’accoglienza degna di un paese civile secondo i moderni standard europei.
Il Welcome Center, troppo spesso riduttivamente ed erroneamente riassunto con “centro commerciale” o “outlet” non è nelle nostre intenzioni un semplice agglomerato di negozi. Dovrà essere un luogo in cui il turista riceverà ospitalità, con tutti i comfort del caso, e le necessarie informazioni per un soggiorno nel nostro paese. Starà poi all’amministrazione e agli altri enti dell’Etruria meridionale pubblicizzare al meglio le bellezze del territorio consentendo in questo modo uno sviluppo delle nostre potenzialità.
In ogni paese, negli entry point (basti pensare all’aeroporto di Fiumicino o alla stazione Termini, solo per prendere 2 esempi vicini geograficamente a noi) ci sono strutture del genere e di certo non hanno ucciso l’economia della città, anzi. Inoltre non è escluso che anche commercianti locali potranno trovare sede nel Welcome Center.
Migliorare i feedback che Civitavecchia riceve non farà altro che migliorare tutto l’indotto e quindi delle attività produttive legate al commercio e turismo cittadine. L’outlet grandi firme sarà un qualcosa che ad oggi non esiste in città, e quindi non entrerà in competizione con nessuno.
Troppo spesso si parla del “piano di valorizzazione del patrimonio comunale” come una operazione meramente economica: non è così. Lo dimostrano i fatti, perché siamo riusciti a chiudere complicati bilanci anche senza l’ingresso di questi fondi, e lo dimostra la nostra azione politica, volta alla valorizzazione del patrimonio già esistente prima della pianificazione di nuovo, e spesso inutile, cemento. Quando le 16 schede del fondo immobiliare saranno realizzate, e purtroppo ci vorranno diversi anni, Civitavecchia avrà una nuova vision nella quale muoversi che è esattamente ciò che la città ci chiede per uscire dal monosviluppo industriale”.
Lo ha dichiarato Vincenzo D’Antò, Assessore al Commercio e Turismo