“Venerdì 10 marzo 2017 veniva pubblicato un articolo sul sito “TRC.IT” dove in sintesi ARPA affermava che la qualità dell’aria non è poi così malsana “Cit, Testualmente: Sia per quanto riguarda il PM10 che il PM2.5 si trova ben al di sotto delle soglie minime di rischio e non ha alcun superamento nel corso dell’anno considerato. Lo stesso avviene anche per i biossidi di azoto, per il benzene e per l’ozono. Ancora migliore il riscontro per quanto concerne il benzioapirene, elemento chimico considerato particolarmente cancerogeno, dove i valori riscontrati nei 60 campioni controllati a Civitavecchia sono praticamente i più bassi di tutto il Lazio.”
Piazza048 non può mettere in discussione il lavoro di ARPA ma di sicuro una breve cronistoria va fatta, ARPA ci correggerà se commettiamo qualche errore. Nel 2015 “anno di riferimento dei dati” la rete di ARPA Lazio era composta da 4 centraline situate nel nostro comprensorio, nessuna delle quali capace di rilevare PM2,5. Nello specifico parliamo di Allumiere, Civitavecchia Porto, Civitavecchia Villa Albani, Civitavecchia Via Roma. Dal 2 maggio 2016 ha potuto disporre anche dei dati “aggregati” (il comodato d’uso delle centraline ex ENEL). Di queste in ogni caso, le uniche in grado di rilevare il PM2,5 sono: Fiumaretta, Faro ed Allumiere (ad Allumiere ce ne sono due, quella di arpa non ha il PM2,5, quella ex Enel sita in via A.Moro sì). Detto questo ed alla luce della gravità dei rilevamenti effettuati Sabato 25 Marzo dalla ONG NABU dove veniva rilevata una concentrazione di polveri ultra-fini 140 volte superiore rispetto a situazioni di aria pulita. Ci piacerebbe conoscere con quali parametri sono calibrate le centraline ed ogni quanto vengono controllate. Sarebbe interessante anche conoscere che tipo di campionamenti sono stati fatti. E come si è arrivati ad un dato riferito al 2015 se “non è errata la nostra ricostruzione dei fatti” le centraline allora gestite da ARPA non misuravano il pm2,5. Sarebbe anche opportuno capire se è in programma per il prossimo futuro il monitoraggio di particelle ultra-fini inferiori al pm2,5 dal momento che letteratura insegna: Più piccola la particella, più difficoltoso filtrarla e più pericolosa per la salute.
Un ultimo dubbio che ci sorge è il seguente: Se è corretto inserire una centralina di rilevamento dove c’è concentrazione massiva di popolazione, così come legge prevede, lo è altrettanto collocarla all’interno di un parco verde come il Parco Antonelli? In tutto questo non va dimenticato come gli studi dell’Osservatorio riferiscono che il gap sanitario con la media regionale è in aumento, i conti non tornano”.
Lo ha reso noto Piazza048.