A Testa di Lepre e Aranova allevatori preoccupati per il futuro. “Si mantengano le normative vigenti in merito alla scadanza”.
Dalle parole alla realtà. La minaccia di prolungare la scadenza del latte fresco fino a 11 giorni potrebbe trasformarsi in un atto serio e impensabile . “Nella provincia di Roma il rischio grosso è la messa a ko di molti allevatori colpiti nuovamente da una proposta deleteria non solo a livello di qualità, ma anche dal punto di vista economico – ha detto Riccardo Milozzi presidente della Cia Roma, Confederazioni Agricoltori Italiani”. Il nostro territorio, tra Testa di Lepre e Aranova, è rappresentato da molti produttori che già prima del coronavirus stavano vivendo situazioni di disagio profonde.
“Spacciare sugli scaffali dei supermercati un latte fresco, diventato invece a tutti gli effetti un latte quasi a lunga conservazione – spiega Cia Roma – vedrebbe crollare le piccole e medie aziende produttrici del settore, costrette a una produzione limitata di latte e dunque a un guadagno minore. Senza contare le conseguenze sul concetto stesso di un prodotto ad altissima qualità che vede invariate, nella sua freschezza, le sue proprietà benefiche.
Chiediamo a gran voce di non mettere in ginocchio la filiera, mantenendo la normativa vigente in merito alla scadenza, a nome di tutti i produttori associati spaventati e delusi da possibili scelte minatorie, per un settore vanto del nostro territorio e di tutta la tradizione agroalimentare” .