“Ci sentiamo presi in giro”. Il caso dei lavoratori ex Italcementi
Una situazione paradossale che abbiamo già denunciato su queste pagine. Stiamo parlando dei lavoratori ex Italcementi e della cooperativa che hanno costituito; quest’ultima doveva essere la soluzione del problema lavorativo ma come sempre la politica, di promesse ne ha fatte molte senza però risolvere il dramma di 18 famiglie. A lanciare l’allarme sulla nostra web TV un gruppo di lavoratori che ha ricostruito la vicenda e i problemi che iniziano nel lontano 2009. “In quell’anno –fanno notare – firmammo un accordo in Regione con Comune, Italcementi ed organizzazioni sindacali a seguito della chiusura dell’impianto. Un accordo che prevedeva, in sostanza, dopo aver terminato gli ammortizzatori sociali, il nostro ricollocamento tra privati e aziende comunali. Di tutto questo non si è realizzato nulla”. Una storia che viene da lontano, con le giunte Moscherini e Tidei fino all’attuale con il risultato che i 18 lavoratori, costituiti in cooperativa, vivono alla giornata senza alcuna attenzione da parte della classe politica. “Vogliamo lavorare e non chiediamo regali, vogliamo che venga rispettato l’accordo firmato nel 2009. Non siamo lavativi come qualcuno ci dipinge, abbiamo lavorato per anni anche in Tribunale per 280 euro al mese. Ripeto chiediamo solo che venga rispettato l’accordo firmato in Regione che, ci sembra, sia solo carta straccia”. Un accordo come detto che venne firmato a seguito della chiusura della stabilimento ritenuto troppo inquinante ma che, adesso rappresenta una vera e propria bomba ecologica. “Avevamo un lavoro che ci è stato tolto per questioni ambientali. Adesso ci troviamo in mezzo ad una strada, a 50 anni costretti a vivere alla giornata. Per chi ha lavorato anni in quello stabilimento e credeva di aver trovato un posto fisso è stata veramente dura da mandare giù. La cooperativa? Altre spese per nulla, ci sentiamo presi in giro”.