Marietta Tidei in missione in Kosovo
La deputata del Pd, Marietta Tidei, ha partecipato alla missione a Pristina (Kosovo) insieme a una delegazione della commissione Esteri della Camera in occasione della Conferenza della Commissioni esteri dei Parlamenti dell’Unione europea e dei Paesi dei Balcani. A margine dei lavori della Conferenza la delegazione ha preso parte a una serie di incontri bilaterali con il
Presidente dell’Assemblea della Repubblica del Kosovo, Kadri Veseli; con il vicepresidente dell’Assemblea, Xhavit Haliti, con i presidenti della Commissione degli Affari Esteri e della Commissione dell’Integrazione europea, Njomza Emini. La delegazione ha, inoltre, incontrato la ministra per l’integrazione europea, Mimosa Ahmetaj.
I deputati hanno, infine,incontrato il Comandante della Missione Nato KFor, il Generale Giovanni Fungo e il contingente italiano e visitato la base dei carabinieri della Multinational Special Unit (MSU), guidata dal colonnello Fabio Cagnazzo, grazie ai quali hanno potuto svolgere una visita presso il Ponte di Mitrovica, uno dei luoghi simbolo del conflitto del ‘99 e teatro dei più recenti scontri connessi dalle perduranti tensioni interetniche tra minoranza serba e maggioranza di albanese.
La missione ha aperto la stagione dei rapporti bilaterali tra Italia e Kosovo per il 2017, preparando il terreno per il vertice di Trieste, previsto il 12 luglio prossimo. Gli incontri bilaterali hanno dato risalto all’ottimo stato delle relazione italo-kosovare ma anche l’aspettativa da parte di Pristina di un deciso incremento della presenza economica, commerciale e bancaria dell’Italia che, pur essendo al sesto posto tra gli interlocutori commerciali del Kosovo, è chiamata insieme agli altri partner europei a fare di più per bilanciare la significativa presenza nel sistema economico kosovaro di rilevanti attori regionali e globali, a partire dalla Turchia.
Sul piano del processo di avvicinamento del Kosovo all’Unione europa, gli interlocutori politici hanno definito questo obiettivo come la priorità assoluta nel quadro di un orientamento strategico di deciso stampo euroatlantico.
Sul piano del contrasto al terrorismo internazionale di matrice jihadista, i lavori della Conferenza interparlamentare hanno dato
conto dei passi significativi compiuti da Pristina sul piano degli strumenti normativi con l’adozione nel 2015 di una legge contro il
fenomeno dei foreign fighters (il Kosovo ha registrato la più alta percentuale regionale di partenze e arruolamenti) e, più di recente, sul terreno della deradicalizzazione mediante l’adozione di una Strategia nazionale di intervento sul piano sociale, educativo e del dialogo interreligioso. Tuttavia, i dati restano allarmanti, anche in riferimento al ruolo svolto nei villaggi da taluni imam radicali rispetto ai quali l’azione delle istituzioni è tuttora carente, anche a causa dell’elevatissimo tasso di corruzione e della permeabilità della politica rispetto al crimine organizzato.