LE CONSEGUENZE DEL BULLISMO di Alessandro Spampinato (1^ parte)
Nel precedente articolo abbiamo visto in generale cosa si intende per bullismo, quali sono i ruoli coinvolti e le possibili cause. Qui vedremo quali sono le possibili conseguenze di questa terribile esperienza che, purtroppo, molti giovani vivono durante la loro crescita e che, da adulti, possiamo vivere sotto altre forme come il mobbing, l’omofobia, il razzismo, ecc. Sul piano psicologico, sia a breve che a lungo termine, tali conseguenze possono essere gravi sia per le vittime, sia per i bulli che per gli osservatori. Le vittime spesso manifestano il disagio innanzitutto attraverso sintomi fisici come mal di pancia, mal di testa o psicologici, ad esempio incubi, attacchi d’ansia, pianto e forte sentimento di rabbia o isolamento e chiusura in se stessi associati ad una riluttanza nell’andare a scuola. Nel caso in cui le vessazioni e i maltrattamenti vengano protratti nel tempo, le vittime possono intravedere come unica possibilità per sottrarsi al bullismo quella di cambiare scuola, fino ad arrivare, in casi estremi, all’abbandono scolastico. Con il passare del tempo le vittime manifestano una svalutazione di sé e delle proprie capacità, insicurezza, bassa autostima, problemi sul piano relazionale, fino a manifestare, in alcuni casi, veri e propri disturbi psicologici, tra cui stati di ansia, depressione, attacchi di rabbia, enuresi, disturbi del sonno, spossatezza, problemi psicosomatici e psicosociali. I bulli, invece, possono presentare un calo nel rendimento scolastico, difficoltà relazionali, disturbi della condotta per incapacità di rispettare le regole che possono portare, nel lungo periodo, a veri e propri comportamenti antisociali e devianti o ad agire comportamenti aggressivi e violenti in famiglia e sul lavoro. I bulli manifestano il loro disagio sociale, spesso originatosi in famiglia, con la violenza. A volte, invece, l’origine è l’alta autostima e la loro popolarità tra i pari e nella scuola che li rende ancora più spocchiosi, arroganti e persecutori, sfidando le possibili conseguenze e i rischi della loro condotta. In fondo anche loro sono portatori di un disagio psicologico che genera rabbia e freddezza fino alla cattiveria pura. L’empatia è la grande assente nelle vite di questi ragazzi educati al conflitto e alla violenza, spesso, sin dall’ambiente familiare.
(continua nella prossima edizione)