Le criticità della sanità pontina e del Lazio nel 40° del SSN: la giornata di incontri con Elisabetta Canitano
Dal 2000 in provincia di Latina si assiste al progressivo arretramento del Sistema Sanitario Nazionale. La chiusura degli ospedali (Cori, Latina, Sezze, Priverno, Gaeta, Formia, Minturno), rimasti a Latina, Terracina-Fondi e Formia, ha fatto sì che il 50% della rete ospedaliera provinciale (case di cura e riabilitazione) sia gestita oggi da privati (+7%). Ai complessivi 1630 posti letto (2643 nel 2000) ne mancano ancora 500 per rispettare lo standard di quantità ministeriale (3,7 p.l. x 1000 ab.). A ciò si aggiunge il mancato potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale.
I presidi di prossimità e di emergenza-urgenza funzionano con personale ridotto, quasi il 10% in meno (da 3765 a 3426 unità), di cui 654 precari. La spesa sanitaria pubblica destinata dalle ASL pontine ai 42 privati accreditati per prestazioni specialistiche ambulatoriali, supera i 50 milioni di euro l’anno. Delle 5 case della salute previste ne è stata inaugurata una (Sezze). Sui 6 Punti di Primo Intervento (Cisterna, Cori, Priverno, Sabaudia, Gaeta, Minturno) pesa il D.M. 70/2015 che minaccia la loro trasformazione in postazioni del “118” medicalizzate.
È la fotografia dell’assistenza sanitaria pontina scattata sul posto nella giornata di incontri di Elisabetta Canitano nel nord pontino. La candidata a Presidente della Regione Lazio di Potere al Popolo ha visitato ieri il P.P.I. di Cori e l’Ospedale Goretti di Latina, e preso parte alla conferenza al Comune di Cisterna, dove il dott. Franco Brugnola ha illustrato i dati sulla sanità locale nel 40° anniversario del Sistema Sanitario Nazionale. Con lei i candidati alle regionali della lista PaP nella Circoscrizione di Latina e nei collegi Lazio 2-02 e Lazio 3 per Camera e Senato.
“Viaggiando nel disastrato sistema sanitario laziale emerge che la sanità pubblica è stata soffocata e depauperata oltre quanto richiedeva il bilancio: i soldi pubblici vanno a privati e convenzionati e i cittadini, se possono, devono (ri)pagare per accedere ad un diritto costituzionale universale – ha ribadito la dottoressa Elisabetta Canitano – noi di Potere al Popolo ci battiamo contro la mercificazione della salute e perché il servizio pubblico riprenda il controllo e la capacità di finanziamento delle proprie strutture, nell’interesse generale”.