L’IMPORTANZA DI CHIUDERE I CERCHI di Alessandro Spampinato
Quanto è importante riconoscere la fine di una fase della propria vita? Soprattutto nelle relazioni trascinare qualcosa di finito o ferito irrimediabilmente significa attirare a sé conseguenze di dolore per tutti. Tutto ciò che è stato bello e significativo si trasforma in rifiuto, fastidio, collera e odio. Prolungare la fine di qualcosa significa tirare fuori il peggio da ognuna delle parti e si termina restando con un sapore amaro in bocca. Pertanto, è importante imparare a chiudere i cerchi o i capitoli della nostra vita. Questo significa lasciare andare persone o situazioni che in un determinato momento avevano un senso, ma ora non lo hanno più. Significa voltare pagina e aprirsi a nuove esperienze e naturalmente, non è facile. Il passato fa parte di noi e ha contribuito a renderci quello che siamo oggi. Non possiamo, quindi, semplicemente nasconderlo perché prima o poi tornerà. È essenziale imparare a sistemare le cose con il nostro passato. Solo quando accettiamo queste esperienze ci liberiamo dal loro peso e possiamo continuare il nostro cammino. Diversi studi scientifici rivelano che, quando non accettiamo un fatto doloroso, questo rimane attivo nel nostro cervello e ogni volta che lo ricordiamo lo riviviamo come se si trattasse di una situazione attuale e reale. Il problema è che non abbiamo chiuso con quel capitolo della nostra vita, non abbiamo dato un senso all’esperienza e, quindi, non la abbiamo trasformata e elaborata. Fino a quando non chiudiamo il cerchio l’esperienza continuerà a provocarci dolore e sofferenza e ci impedisce di guardare chiaramente e con fiducia al futuro e guarire dalle nostre ferite. A volte siamo anche consapevoli di dover lasciare andare qualcosa o qualcuno ma non lo facciamo per paura del cambiamento che ciò comporterebbe. Quando questo accade vuol dire che, non ostante la sofferenza, ci siamo abituati alla nostra comfort zone che, seppur vuota, è prevedibile e rassicurante. Ci si può anche abituare alla sofferenza, al dolore e alla mediocrità. In questi casi la vita smette di avere significato e mordente e si invecchia rapidamente. Naturalmente la salute, la crescita e la realizzazione personale hanno a che fare con il coraggio e con la consapevolezza che la vita è un viaggio senza meta, una meravigliosa e unica esperienza che vale assolutamente la pena di essere vissuta. Restare legati al passato o a qualcosa o qualcuno che non c’è più o è semplicemente cosa finita significa disperdere le proprie energie mentali e affettive nel nulla con la conseguente sensazione di sconfitta, sconforto, rabbia e fallimento. Le relazioni sono trame mentali, intrecci di pensieri, rappresentazioni e ricordi che si accompagnano alle relative cariche emotive. Per questo qualcosa di non chiuso o definito continua a lavorare dentro di noi e a suscitare emozioni e sentimenti che si disperdono nel vuoto di qualcosa che non c’è più. La nostra vita si deve armonizzare alle leggi della natura e in natura tutto è movimento, vibrazione e trasformazione. È come un fiume, in cui non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua, ad ogni istante si presenta a noi una nuova situazione. Ciò che è fermo è morto e va lasciato andare. Quando chiudiamo con il passato, voltiamo pagina o chiudiamo un cerchio la mente si svuota e il nostro essere si ricarica di nuove energie, siamo pronti per rimetterci in viaggio e fare nuove tutte le cose. Chi ha il coraggio e la volontà intelligente di lasciar andare ciò che non serve più o non ha più senso di essere alimentato è una persona in cammino, è in viaggio in questa vita, sta evolvendo, sta maturando Amore nel suo Sé più profondo e, soprattutto, è vivo. Concludo questa riflessione con le parole di Paolo Coelho: “bisogna chiudere i cicli, non per orgoglio, incapacità o superbia… semplicemente perché quella determinata cosa esula ormai dalla tua vita. Chiudi la porta, cambia musica, pulisci la casa, rimuovi la polvere. Smetti di essere chi eri e trasformati in chi sei!”.