Nella mattinata di Sabato 9 Novembre, il Castello di Santa Severa ha fatto da cornice all’incontro voluto dall’Opi di Roma (Ordine delle professioni infermieristiche) e dalle Asl Roma 4, Asl Roma 5 e Asl Roma 6 per un incontro formativo e informativo dal tema “L’infermiere di famiglia e di comunità, dal progetto alla realizzazione”.
Dopo i saluti del sindaco Pietro Tidei e di altre autorità presenti, la presidente dell’Opi Pulimeno e il direttore generale della Asl Roma 4 Giuseppe Quintavalle nei loro interventi hanno tracciato un nuovo percorso di quello che sarà il domani della sanità delle nostre città, il tutto reso possibile dall’attenta regia della Regione Lazio che attraverso la nuova agile politica del direttore Renato Botti e dell’assessore Alessio D’Amato hanno creato le condizioni perché tutto questo potesse avvenire.
Tra i presenti il professor Villari, presidente del corso di Infermieristica che sta per iniziare alla Sapienza.
Dai numerosi interventidella mattinata, è emersa come protagonista la centralità della persona umana.
Tra qualche mese si attendono i risultati, quando finalmente potremo credere che qualcosa stia veramente cambiando in positivo e la popolazione si sentirà veramente curata.
L’infermiere di famiglia e di comunità rappresenta quell’anello fondamentale nella medicina di iniziativa e cioè la figura professionale che, insieme ai medici di medicina generale, si prenderà carico dei problemi sanitari del paziente per trovare quelle soluzioni che permetteranno di deospedalizzare precocemente, la riduzione dei ricoveri impropri per patologie croniche, la prevenzione delle riacutizzazioni.
Grazie all’insediamento dell’infermiere di famiglia e di comunità nel territorio è possibile passare dal paradigma dell’attesa, a quello dell’iniziativa che consente di intercettare la persona all’interno del proprio nucleo famigliare prima che le patologie insorgano e si aggravino garantendo quindi al cittadino interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio, puntando anche sulla prevenzione e l’educazione.
L’inserimento dell’infermiere di famiglia e di comunità all’interno delle cure primarie prevede ovviamente una riorganizzazione delle attività del territorio e il coinvolgimento di ogni singolo attore della rete.
La famiglia in equilibrio che nasce dalla sinergia tra Asl Roma 4, 5 e 6 ha previsto un percorso informativo specifico per incrementare le conoscenze sugli interventi proattivi che l’infermiere può mettere in campo e si conclude con la presentazione delle attività ai professionisti che lavorano nella rete sanitaria territoriale.
Durante la mattinata sono state molto preziose una serie di testimonianze che, già in questi primi giorni di progetto, sono state utili per capire quanto la popolazione sia felice di questa figura che in qualche modo farà sentire più protetti tutti i cittadini ma soprattutto potrà intercettare i bisogni e trovare le varie soluzioni in maniera corretta sostenendo le fasce fragili quali gli anziani che troveranno nell’infermiere di famiglia quella persona che li aiuterà a capire come muoversi in maniera corretta con i medici di base e anche nelle piccole problematiche della quotidianità con i farmaci, analisi e quant’altro.
Una mattinata densa di testimonianze e di idee messe sul tavolo da chi opera sul territorio.
I cittadini interessati all’infermiere di famiglia si potranno rivolgere al proprio medico di base.