Recenti fatti di cronaca hanno rilanciato l’allarme sul pericolo attentati.
(Terza ed Ultima Parte)
Non è pertanto da ritenersi conveniente per le organizzazioni terroristiche e quelle criminali che le spalleggiano, come ad esempio le mafie, destabilizzare il nostro Paese più di tanto. Molti guadagni illeciti andrebbero in fumo e ciò comporterebbe, anche da parte dei più “tolleranti”, un inevitabile irrigidimento dei controlli alle frontiere, anche se gli stessi non sarebbero certo di facile attuazione poiché solo le coste, comprese le isole, si sviluppano per quasi 7.500 chilometri. Ma droni e sistemi satellitari, appositamente predisposti ed utilizzati, potrebbero ben fare la loro parte. Il mio parere, in proposito a quanto sopra, è che il terrorismo ha insito nello stessa parola, quella di ingenerare terrore, e terrorizzare le popolazioni ed in un modo o l’altro, è che sia risuscito nel suo intento, cambiando anche in Italia, le nostre abitudini di ogni giorno: uso dire che il terrorismo ha comunque vinto, anche quando non fa vittime. Lo fa condizionando semplicemente la vita di ognuno di noi ogni giorno, salendo su di un metrò, un treno, un aeromobile, una nave, o più semplicemente passeggiando o partecipando ad un evento che richiama molte persone, facendo la spesa in un mercato cittadino, oppure shopping in un centro commerciale. Basti pensare che oggi, per organizzare una comunissima manifestazione pubblica di piazza, le misure di safety e security, prevedono imponenti strategie, studiate dettagliatamente e minuziosamente al tavolino da parte di una serie di soggetti istituzionali, organizzatori e volontari e sotto l’egida di questure e prefetture, prima della realizzazione dell’evento stesso, specie quando questo preveda la partecipazione di una molteplicità di persone, che richiedono la messa in campo di ingenti quantità di uomini e mezzi, anche a pena del divieto alla realizzazione dell’evento, qualora non fossero garantite le misure minime di sicurezza, previste dagli standard degli attuali protocolli.