VITERBO – Sulla questione dei dearsenificatori interviene Silvano Olmi, noto ambientalista, già dirigente nazionale di Fare Verde, che chiede di investire i fondi disponibili nella ricerca di nuove fonti d’acqua prive di arsenico.
“La gestione degli impianti che trattano l’acqua contenente arsenico – dichiara Olmi – costano alla società Talete ben 20 milioni di euro all’anno di spese di gestione. Un pozzo senza fondo, insostenibile per le casse societarie. L’acquisto e l’utilizzazione di questi impianti di potabilizzazione è stato fatto sull’onda dell’emergenza, anche se a onor di cronaca la presenza di arsenico nell’acqua era nota da decenni.
E’ giunto il momento di superare questa “eterna emergenza” e di ricercare fonti d’acqua prive di arsenico ed evitare sprechi come quello ad esempio che da molti anni avviene a Tarquinia, in località “Orti di Bruschi-Gabelletta”. Infatti, in un terreno all’interno del quartiere PEEP-Madonna dell’Olivo, affiora una sorgente. L’acqua, che esce copiosa, finisce direttamente nelle fognature di via Pertini.
Inoltre, nel sottosuolo della città antica, passa una vena d’acqua che fuoriesce in località Fontana Nova e si disperde in un fosso nelle campagne.
Infine, fonti d’acqua sono segnalate in altre località sempre nel territorio tarquiniese, e andrebbe monitorata l’abbondante quantità d’acqua che proviene dalla Palanzana a Viterbo e che finisce nel fosso Urcionio.
Occorre – conclude Olmi – uno studio urgente per individuare queste acque e vedere quali sono idonee all’utilizzo. Si tratta di un tesoro che non deve andare disperso.
Silvano Olmi