“…Purtroppo anche votare per un disabile in carrozzina si rivela una vera e propria impresa quasi impossibile. Ieri sono andata a votare nel mio seggio situato nella scuola Rodari di via Apollodoro. Per arrivare al seggio una serie di buche, voragini e quanto altro. Mi sono ricordata di quando “giocavo” con il fuoristrada e durante le domeniche ludiche si andava nei terreni scoscesi
e accidentati. C’ era il navigatore che nel baracchino gracchiava: ”buca con fango ed acqua” e così mi sono ritrovata ieri solo che ora ho un mezzo diverso non adatto a fare i fuoristrada…comunque, aiutata dalla mia amica, sono riuscita bene o male ad arrivare davanti alla porta… e li un gradino, lunghe file per fortuna saltate e poi in cabina… oddio…la scheda sul
ripiano e non riuscivo a vedere, il ripiano ad altezza del mio naso, mi sono guardata intorno alla cabina ed ho visto che sarebbe stato possibile abbassare il ripiano. Comunque sono riuscita a votare mettendo le schede “lenzuolo” sulle ginocchia.
All’uscita mi sono fermata con il tecnico del Comune ed ho fatto l’osservazione… risposta: ”scusa non ci abbiamo pensato” e questo è già molto triste, la cultura dell’agibilità sta sotto le scarpe di tutti fuorché di quelli che purtroppo ne patiscono. Poi un
rappresentante dell’Ordine con fare quasi paternalistico (poteva essere mia nipote…) mi ha fatto presente che esistono seggi dedicati ai disabili, allora dico: mi vedi entrare con la carrozzina, vuoi dirmi che nel mio seggio non posso votare perché le cabine sono per giganti? Vuoi dirmi che esistono sezioni dedicate? Vuoi dire…ma dire che cosa? Solo poi asserire che ci sono seggi
dedicati … ma dedicati a chi???? Evviva la ghettizzazione, evviva la cultura del diverso, evviva la cultura del “chissenefrega” tanto io sono in piedi…ed io dico…almeno per ora….!!!!
Vogliamo mandare a scuola tutti questi “geni” dell’Amministrazione che non vedono oltre il loro naso, che per le tasse ci considerano “uguali” e per i servizi “diversi”, questi geni che non si pongono problemi, che saltano le buche, che salgono i gradini, che arrivano a vedere dall’alto quello che devono scrivere sulle schede elettorali. Sono disgustata, delusa, amareggiata. Non chiedo molto, voglio solo il rispetto per me e per quelli che come me hanno difficoltà ma vogliono…no… anzi vorrebbero condurre una vita normale”.
Elena De Paolis