Il primo febbraio 2018, al Maxxi di Roma, si è tenuto l’evento di riferimento della V Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare.
Protagonista l’Università della Tuscia che, come partner del progetto Reduce, promosso dal Ministero dell’Ambiente e coordinato dall’Università di Bologna, ha collaborato all’organizzazione dell’evento e presentato i risultati di due anni di lavoro sulla quantificazione dello spreco alimentare che si genera in diverse fasi della filiera agroalimentare.
Un’indagine molto vasta che ha visto impegnate quattro Università (Bologna, Tuscia, Udine e Politecnico di Milano) e che, per la prima volta in Italia, ha prodotto i dati reali sullo spreco alimentare a livello domestico, della grande distribuzione organizzata e delle mense scolastiche.
Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, e Luca Falasconi, coordinatore nazionale del progetto, hanno presentato i dati raccolti nel corso della ricerca che sono stati diffusi da tutti i principali quotidiani nazionali. Fra questi, hanno destato grande interesse i risultati dello studio condotto attraverso un monitoraggio degli sprechi alimentari effettuato in 79 mense di scuola primaria – di cui 25 nel Lazio, seguite dai ricercatori della Tuscia – che ha coinvolto 11.500 fra bambini e docenti: i numeri sono eclatanti e parlano di 120 grammi al giorno di cibo gettato da ogni bambino, pari a circa un terzo della porzione servita.
Silvio Franco, coordinatore del gruppo Noise e responsabile del progetto per l’Università della Tuscia, ha presentato i dati emersi dall’indagine sulla grande distribuzione, svolta con la collaborazione di PAC2000A, la principale cooperativa Conad in Italia.
La quantità di spreco alimentare che si genera nella GDO in Italia è di circa 220.000 tonnellate ogni anno, che corrisponde a 19 kg di cibo gettato ogni anno per metro quadro di superficie di vendita e a 3 kg pro-capite. Si tratta di un dato che, seppure significativo, è dieci volte più piccolo dello spreco alimentare che si genera nelle case degli italiani, valutato sempre ad opera del progetto Reduce. L’indagine condotta dal gruppo della Tuscia ha mostrato come circa un terzo dello spreco alimentare della grande distribuzione consista in cibo intatto, che può essere riutilizzato per il consumo umano tramite la donazione a enti che si occupano di assistenza alimentare, come succede quotidianamente in iniziative già in corso anche nel territorio viterbese.
Nel corso dell’incontro, che ha riscosso l’interesse del numeroso pubblico presente e che ha visto la partecipazione del Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Barbara Degani, sono state presentate le tavole disegnate da Altan sul tema dello spreco alimentare e l’anteprima della installazione interattiva “centogrammi” del video artista Paolo Scoppola.