L’UOMO SOCIALE È VERAMENTE LIBERO? di Alessandro Spampinato (2^ parte)
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Qualcuno addomestica e porta al pascolo le masse, i popoli e le nazioni da un punto di vista politico, economico e culturale. Ci addomesticano sin da piccoli a comportarci da occidentali cattolici o da musulmani o da orientali, ecc. attraverso le generazioni, le famiglie, le istituzioni e i mezzi di comunicazione di massa. Premi e castighi, successi e fallimenti, piacere e dolore sono gli strumenti di lavoro di questi padroni del mondo e delle genti. Ognuno di noi viene indottrinato e addomesticato sin dalla nascita a pensare e comportarsi in un certo modo, cercando di avere successo e di provare piacere evitando fallimenti e punizioni, struttura un carattere, una personalità, un credo e delle convinzioni che riterrà proprie, personali, uniche e autentiche ma che, invece, sono innesti mentali e culturali prefabbricati. E il gioco è fatto! L’individuo è formato, omologato, adattato e funzionale all’ambiente in cui si trova ad essere nato e ad agire, e tira a campare la propria vita secondo uno schema fabbricato da qualcun altro. Ma com’è possibile che questi sistemi di addomesticamento e indottrinamento, questi metodi di manipolazione mentale e comportamentale che normalmente si usano per addestrare gli animali funzionino anche sull’homo sapiens, colto e intelligente? La risposta è semplice! Analisi scientifiche sulle differenze delle sequenze di DNA di uomo e scimpanzé hanno mostrato che le due specie sono approssimativamente identiche al 98,5 per cento. Sì! Al 98,5% il nostro DNA è identico a quello dello scimpanzé! Ecco perché funziona. E se così funzionassero anche la nevrosi e i disordini psicologici? Se anch’essi fossero frutto di apprendimenti e condizionamenti? Il lavoro è sulla consapevolezza e sulla conoscenza, il lavoro che ci tira fuori da queste gabbie personali e collettive è sul quel misterioso e meraviglioso 1,5% di umanità!
fine