CIVITAVECHIA – «Noi siamo prigionieri di un modello culturale secondo cui ciò che è legale è giusto. Niente di più fuorviante, ma anche niente di più funzionale al sistema. Questa amministrazione ne ha dato larga dimostrazione in svariate occasioni. E per dimostrarlo portiamo alla vostra attenzione un paio di esempi altamente esplicativi del fatto che il concetto di legale prescinde da quello di giusto, e che questo agevola chi vuole trarne vantaggio in un sistema, che nella piena legalità, riesce ad essere palesemente ingiusto. Iniziamo dal mercato, luogo popolare a cui tutti noi siamo affezionati. Bene, è successo che gli operatori di Piazza XXIV Maggio, quelli delle casette di legno per intenderci, abbiano assistito a qualcosa che quantomeno potrebbe essere definito anomalo, sicuramente legale, ma profondamente ingiusto. In quella piazzetta un operatore ha presentato domanda per l’installazione di un nuovo box e l’ha ottenuta senza particolari problemi. Infatti nella sua istruttoria, gli uffici che dovevano esprimere il proprio parere non hanno risposto, e quindi si è maturato quello che viene chiamato silenzio – assenso, e l’autorizzazione venne correttamente rilasciata. Visto l’esito, anche gli altri operatori avanzarono la propria richiesta, ottenendo però un diniego. Infatti nel loro caso, gli uffici risposero dando un parere negativo, precludendo così all’ufficio preposto, la possibilità di rilasciare le autorizzazioni necessarie come fatto per l’altro operatore. Quindi la procedura si è svolta in entrambi i casi nel pieno della legalità, ma sicuramente non si può definire un atteggiamento giusto della Pubblica Amministrazione, che in questo caso ha negato il principio di uguaglianza e di pari opportunità che invece dovrebbe essere garantito. Un altro esempio potrebbe essere la procedura che ha portato, dopo ormai quattro anni, alla mancanza del centro per l’impiego a Civitavecchia. Infatti si pubblicò un bando per individuare i locali da destinare al centro per l’impiego e tra i requisiti che privilegiavano i partecipanti fu inserita la vicinanza alla stazione ferroviaria. Premettendo che i comuni che dovrebbero essere serviti dal centro per l’impiego di Civitavecchia dovrebbero essere principalmente Tolfa, Allumiere e Santa Marinella, e che di questi tre solo uno ha la stazione ferroviaria, perché il vantaggio venne dato solo a chi si trovava vicino alla stazione e non, ad esempio, a chi stava vicino ad una fermata Cotral? Qualche idea me la sono fatta, ma sono sicuro che ve la siete fatta anche voi. Alla fine questo tipo di forzature, legali ma ingiuste, hanno lasciato, e continuano a lasciare, un territorio vasto come il nostro senza un servizio fondamentale per la cittadinanza, soprattutto in un periodo critico come questo».
«Di questioni risolte in maniera legale ma profondamente ingiusta in questi ultimi quattro anni ne sono capitate veramente tante, a vantaggio di pochi e a svantaggio di un’intera collettività, che sta ancora aspettando un sussulto di altruismo nei confronti di Civitavecchia. Una città che quattro anni fa ha voluto puntare tutto su questa maggioranza e che invece oggi si deve accontentare di luminarie, statua e ruota panoramica».
Gruppo consiliare M5S Civitavecchia