Andrea Palmieri, fedelissimo di Cozzolino fuori dalle liste, agita lo spettro del complotto.
Se son rose fioriranno: ma a qualcuno son toccate solo le spinte.
È Andrea Palmieri, grande orchestratore di manovre politiche dentro il M5s civitavecchiese in nome e per conto del sindaco
Antonio Cozzolino. Che si era lanciato con sprezzo del pericolo verso il Parlamento, con tanto di filmato di autocandidatura
diffuso in rete, e si è poi ritrovato con un pugno di mosche in mano. Ecco allora che le magnifiche sorti e progressive della
rivoluzione pentastellata diventano in una lettera inviata ai prodi colleghi civitavecchiesi del Movimento un complotto, un
tradimento, un intrigo controrivoluzionario contro di lui e, chiaramente, il suo sindaco. “Volevo comunicarvi che Di Maio ha
deciso di non candidarmi al collegio uninominale di Cassino dopo aver dato la sua parola ad Antonio e a me che avrebbe provveduto a sistemare una situazione al limite dell’incredibile.
Ha provveduto ad integrare fortunatamente Elisa Galeani a dimostrazione che la cordata non c’è stata”.
Il registro con cui Palmieri si rivolge ai suoi è proprio quello della congiura.
“Non ho potuto controbattere perché l’ordine era quello di stare zitto perché Davide Casaleggio e Luigi Di Maio avevano
dato la loro parola ed io della loro parola purtroppo mi sono fidato. Mi sono fidato della loro parola e di quello che mi
diceva al telefono chi mi rassicurava che una soluzione si sarebbe trovata. Mi sono fidato di chi il giorno prima mi ha invitato
e il giorno dopo mi ha segnalato”.
Chissà perché, insomma, il Movimento Cinque Stelle ha addirittura visto i vertici del marchio interessarsi delle sue vicende, per
giunta per farlo fuori. La colpa, secondo il diretto interessato, è fondamentalmente di una persona: la deputata uscente (e sicura
rientrante…) Marta Grande: “Oggi più che mai mi trovo solo ed escluso da chi non conosce gli ultimi 7 anni della mia vita
di attivista, di collaboratore, fedele alla linea, di uomo. Ho peccato andando in giro a raccontare che Marta era la peggiore
scelta mai fatta e Antonio era la mia figura di riferimento. Ho sbagliato a dire in giro che bisognava andare a chiedere ai consiglieri regionali se avessero ascoltato il famoso audio. Ho sbagliato a non essere il ruffiano di chi conta ma non mi pento
minimamente”. Bravo Palmieri, uomo tutto di un pezzo. Adesso però torna a fare campagna elettorale per il M5s. C’è una lista
al proporzionale da far eleggere.
Giusto?