Il punto di Stefano De Paolis della Coldiretti
CIVITAVECCHIA – È stato un maggio davvero fuori dal comune, dal punto di vista meteorologico, quello che sta per chiudersi.
Piogge continue, grandinate, forte vento e temperature nettamente al di sotto della media: giornate primaverili e di sole davvero poche. A pagarne le conseguenze, in modo particolare, è stata l’agricoltura, oggi in sofferenza. Lo ha confermato anche Stefano De Paolis, di Coldiretti Civitavecchia, che ha elencato una serie di problemi sulle coltivazioni, dovuti proprio ai cambiamenti climatici degli ultimi tempi. La maggior parte delle colture a terra sono da sostituire, tutto il lavoro che si era fatto preventivamente tra fine aprile ed inizio maggio è andato praticamente perso, considerando che le temperature basse e le piogge non hanno garantito le giuste condizioni per poter avere i frutti del lavoro svolto. «Problemi anche alle serre – ha spiegato De Paolis – abbiamo dovuto fare i conti da un lato con delle patologie fungine, dall’altro con i danni che si sono registrati alle strutture, ai capannoni e anche agli allevamenti, a causa proprio del vento forte, delle piogge e delle grandinate che si sono abbattute su tutta la zona, dal litorale all’entroterra». Qualche aspetto positivo c’è stato, e riguarda in particolare i grani cresciuti alti proprio per le piogge dopo un inizio anno di forte siccità. Si attende poi anche una buona produzione di olio e non sembrano esserci stati grossi problemi per i castagni, specie nella zona collinare.
Ma gli aspetti negativi sono molti. Proprio per i cereali è stato impossibile, finora, intervenire sui terreni; perché è vero che la produzione di fieni è alta, ma si aspetta il caldo ed il sole per poterlo raccogliere e metterlo a dimora per l’inverno. «Non si sono potuti preparare i terreni – ha aggiunto il referente Coldiretti – per le piantine che sono nei vivai e nelle serre e rischiano di rovinarsi. La grandine ha messo ko le ciliegie; con l’ultima ondata di libeccio forte si è perso il 50% della frutta di questa stagione. Una percentuale che cresce nell’entroterra, colpito maggiormente dalla grandine». Ad essere fortemente colpita anche l’apicoltura. «Non si è potuto procedere – ha sottolineato De Paolis – alla smielatura, dovendo lasciare il miele alle api per la loro sopravvivenza».
Tutti problemi, quelli legati ai cambiamenti climatici, che si sono tradotti in importanti perdite in termini economici e che si ripercuotono quotidianamente sulle abitudini alimentari dei cittadini.