Marcel Petiot, detto dottor Satana; prometteva la salvezza agli ebrei dai nazisti (4^ parte)
(segue dall’edizione precedente)
Intanto, siamo oramai giunti alle soglie dell’inizio della seconda guerra mondiale e per Marcel i guadagni sono divenuti davvero scarsi, ma, chi possiede un’indole criminale, difficilmente riesce a perdersi d’animo. E’ proprio in questo particolare momento della sua vita, che approfittando delle persecuzioni razziali in atto, s’ingegna nell’organizzare una sorta di “servizio” agli ebrei in fuga, il quale proponeva loro, ovviamente dietro un cospicuo corrispettivo, il rilascio di documenti falsificati e aiuti finalizzati a scappare dal paese verso nazioni più sicure.
Per almeno 4 anni, Marcel riesce a far funzionare egregiamente questo “servizio”, almeno per lui, sino a quando, nel 1944, i suoi vicini di casa, in analogia a quanto accaduto non molti anni prima con il serial Killer Henri Désiré Landru, notando dei fumi fuoriuscire dal camino della casa del medico ed avvertendo odori nauseabondi, chiesero l’intervento della polizia.
Quando i gendarmi giunsero sul posto, Petiot non era in casa, ma gli stessi, temendo si potesse sviluppare un incendio, abbatterono la porta ed entrarono nell’alloggio; la scena che si presentò ai loro occhi, non appena raggiunta la cantina, fu letteralmente allucinante. Ancora una casa degli orrori. Da un grosso forno in piena funzione, fuoriuscivano resti umani semi-carbonizzati, mentre residui di ossa umane, erano ammucchiate qua e la, insieme al carbone. Continuando il tour dell’orrore, i poliziotti rinvennero resti di corpi all’interno dell’autorimessa e di altri locali adiacenti, scoprendo inoltre sacchi contenenti cadaveri martorizzati, decapitati, parzialmente smembrati.
Marcel procedeva prima, a ripulire le povere vittime da ogni avere, poi le narcotizzava per mezzo di un’iniezione, dicendo loro che era un semplice vaccino, successivamente le riuniva in una piccola stanza, ove tramite alcuni tubicini nascosti tra le mura, immetteva potenti veleni allo stato gassoso, si fa riferimento alla stricnina. Questa agisce come potente eccitante del sistema nervoso centrale, causando il blocco di particolari terminazioni nervose, che danno luogo a convulsioni dovute al blocco dei recettori post sinaptici per la glicina, con conseguente blocco respiratorio ed esaurimento fisico, portando inesorabilmente la vittima alla morte.
Il forno, era solo la fase finale, quella che avrebbe dovuto far scomparire gli orrori da lui commessi.
Come detto in apertura del mio intervento, 27 furono i cadaveri ritrovati, mentre lo stesso Petiot, asserì di averne uccisi almeno altri 63. In verità, secondo gli affetti rinvenuti, di proprietà delle vittime, si è ipotizzato che queste potrebbero essere state un numero ben più rilevante e cioè, circa 150.
Petiot, da persona intelligente quale aveva dimostrato di essere sin da bambino, riuscì addirittura sotto falso nome e mentre era latitante, ad acquisire il grado di capitano delle forze francesi dell’interno che erano incaricate di mantenere l’ordine pubblico dopo la liberazione di Parigi dall’occupazione tedesca nell’agosto 1944.
Ma, scoperto dopo poco, venne subito catturato e condannato a morte con la sentenza che venne eseguita nel 1946, mediante la ghigliottina.
(segue nelle prossime uscite)