Dopo la medaglia olimpica, il portiere di Civitavecchia si fregia di un altro successo incredibile.
Un’impresa magnifica quella del Settebello azzurro della pallanuoto che conquista l’oro mondiale. Tra il fantastico gruppo guidato dal coach Sandro Campagna c’è anche un pezzo di Civitavecchia. Un pezzo importante, perché il portierone azzurro, Marco Del Lungo, è civitavecchiese doc. Dopo la medaglia olimpica, il portiere di Civitavecchia si fregia di un altro successo incredibile, laureandosi campione del mondo dopo la finale vinta contro la Spagna per 10 a 5. Una prestazione maiiscola quella di Del Lungo, che ha giocato un campionato del mondo straordinario, risultando il miglior numero uno del mondiale in Corea del sud. Va aggiunto che il successo coreano gratifica anche un altro civitavecchiese, ovvero Giovanni Melchiorri, medico della Nazionale Italiana di pallanuoto.
Con le solite necessità politiche di bilanciare l’assegnazione dei premi a fine torneo, la Fina ha dato il titolo di miglior portiere dei Mondiali allo spagnolo Daniel Lopez Pinedo (Francesco Di Fulvio è stato nominato MVP). Ma chi ha visto giocare la Roja e il Settebello a Gwangju non può che concordare sul fatto che il miglior numero uno della competizione è stato senza dubbio Marco Del Lungo. Dopo un ottimo girone, il portiere azzurro è stato decisivo contro la Grecia ai quarti, l’Ungheria in semifinale e, oggi, nella finalissima: quasi impietoso il confronto con lo stesso Lopez Pinedo.
Raggiungiamo Del Lungo al telefono, dopo la cerimonia di premiazione alla Nambu University Arena. “Non ci sto capendo nulla, non mi sembra ancora possibile di aver vinto i Mondiali – ci dice ancora emozionato -. È stata un’emozione bellissima che ripaga di tutti i sacrifici compiuti negli anni addietro, di tutti quegli allenamenti e dei momenti lontano dalla famiglia. E che ti fa pensare anche alle persone che non ci sono più, anche a loro ci hanno portato dove siamo adesso. Nel mio caso, ho pensato a Piero Borelli: devo tutto a lui, è lui che mi ha portato a Brescia da Civitavecchia e che mi ha sempre dato una spinta in più. Senza di lui non sarei qui”.
L’oro di Gwangju ripaga Del Lungo anche di quanto accaduto 2 anni fa: quando era al top della forma, il portiere rinunciò ai Mondiali di Budapest a causa del morbillo. “Purtroppo lo sport è così, ma a volte grandi gioie ripagano i momenti difficili”. Uomo partita anche oggi, Del Lungo svela il segreto del Settebello oro mondiale: “La compattezza, l’unione, l’essere una squadra. A fine gara i ragazzi mi hanno abbracciato e io ho abbracciato loro. È una vittoria di tutti noi”.
Del Lungo ammette di non pensare ancora all’appuntamento di Tokyo 2020 (“ora ci rilassiamo un po’”) e poi svela quella che, a suo parere, è stata la migliore parata del suo Mondiale: “Quella in semifinale su Vamos, sul 10-8”.
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