TARQUINIA – “Tommaso Foti, è un parlamentare di lungo corso, idee chiare e convinto sostenitore della ragione e delle preoccupazioni dei balneari di tutta Italia. Non dobbiamo, infatti, spiegare nulla a chi sa rispondere punto su punto a giornalisti e giornalai, la questione delle concessioni balneari, che è chiara: la Bolkestein va applicata ma vanno salvaguardate le aziende che di fatto rappresentano ancora un ruolo fondamentale sulla sicurezza balneare, fornendo migliaia di bagnini a protezione dei cittadini, come importante presidio di legalità e di controllo, sulle spiagge e lidi di tutta Italia.
A nessun balneare sfugge infatti la facilità con la quale si trovano le dichiarazioni del capogruppo alla camera di Fratelli d’Italia. Insomma la Bolkestein, anche per Foti va rimessa in discussione. Anche perché la nostra presidente del consiglio Giorgia Meloni quando era in campagna elettorale è intervenuta tante volte sulla questione concessioni demaniali marittime, in difesa delle aziende balneari, del “made in Italy”.
Senza retorica, la risorsa spiaggia, non è una risorsa scarsa, quindi l’articolo 12 della direttiva Bolkestein non entra nel merito. Dunque, dialogo aperto con la UE, ma la strada da percorrere deve essere trovata subito! Qui non c’è più tempo da perdere. Riteniamo di non dover spiegare quanto la balneazione attrezzata italiana sia importante non solo per l’economia ma persino per l’identità del nostro Paese. Quindi perché non c’è ancora una norma che chiarisca il caos attuale? Aspettare ancora per l’emanazione di una norma nazionale, chiara ed efficace sul riordino della durata delle concessioni demaniali, non è più procrastinabile. Allora perché lasciate tutto in mano ai giudici? La funzione legislativa spetta al Governo e al Parlamento. Perché non avete impugnato, e ancora potreste, la sentenza del Consiglio di Stato? Perché lo abbiamo dovuto fare come sindacato?
Il nodo sulla durata delle concessioni demaniali marittime riguarda decine di migliaia di imprese balneari italiane attualmente operanti. Non si tratta solo di stabilimenti balneari ma anche di ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge ecc.: tutto ciò che insiste sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale. Non è assolutamente rinviabile un intervento normativo che eviti la gestione confusa e caotica delle funzioni amministrative in materia, con l’inevitabile conseguente contezioso che siamo costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti.
Non crediamo di chiedere troppo, soltanto che il Governo emani un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti. Il problema non è l’Unione Europea ma l’Italia, che sembra non voler decidere se e come risolvere la questione delle concessioni balneari, se salvarle oppure espropriarle a favore delle multinazionali e di altro. Il modello turistico balneare Italiano è una eccellenza, ci chiediamo, perché distruggerlo?”
S.I.B. Lazio
La presidente Marzia Marzoli