Il candidato Pd al Senato a Civitavecchia con Marietta Tidei.
“Cinque anni fa avevamo una recessione durissima, una disoccupazione sopra al 13%, un incremento della tassazione su imprese e famiglie, un calo dei consumi mai visto da decenni. Avevamo perso 10 punti di Pil fino al 2013. In cinque anni abbiamo rovesciato gli indicatori: è ripresa la crescita dei consumi, disoccupazione e tasse hanno invertito la tendenza”. Alessandro Mazzoli, candidato al Senato nel collegio 5, è intervenuto ieri a Civitavecchia all’iniziativa organizzata da Marietta Tidei, candidata alla Regione Lazio, insieme a Emma Fattorini, Bruno Astorre, Silvia Marongiu e Germano Ferri.
Marietta Tidei ha sottolineato lo spessore delle candidature proposte dal Pd. “Il Partito Democratico – ha dichiarato – schiera nei collegi di Camera e Senato persone preparate e di grande valore, esperienza e carica umana, come si è visto oggi a Civitavecchia. Se la politica populista ci sta sempre più abituando a personaggi improvvisati, cinici e incompetenti, noi siamo felici di andare controcorrente.”
Mazzoli ha ringraziato Marietta Tidei, sottolineando che rappresenta un’esperienza preziosissima in vista della formazione del prossimo consiglio regionale. Ha quindi iniziato il suo intervento puntando sulla valenza delle prossime elezioni. “Abbiamo cercato – ha rivendicato Mazzoli – di ricostruire la capacità dell’Italia di stare in piedi. La posta in gioco delle politiche è il destino della nazione, soprattutto la possibilità o meno dell’Italia di continuare ad essere uno dei Paesi di testa dell’Ue oppure rimanere ai margini, diventando un Paese si accontenta di protestare e di piangersi addosso senza offrire soluzioni, un Paese provinciale che rivendica ma non ottiene nulla”.
“Ribadire questa verità – ha continuato Mazzoli – non significa voler dire che abbiamo risolto tutti i problemi. Esiste una parte di Paese per cui la crisi ancora esiste, con un forte fenomeno di disuguaglianze sociali di cui ci facciamo carico. Il 20 per cento degli italiani detiene infatti il 60% delle ricchezze del Paese. Una parte di risposte a questo fenomeno le abbiamo date, dobbiamo continuare a farlo senza accettare il terreno del populismo e della demagogia. La flat tax, ovvero l’aliquota unica del 23%, significa che il 5% più ricco del Paese risparmia 30 miliardi di euro. Il reddito di cittadinanza, invece, non è sostenibile perché farebbe collassare i conti italiani. La ricchezza per ridistribuirla va prima costruita col lavoro. La strada giusta è quella delle riforme e del cambiamento”.
Mazzoli ha quindi sottolineato le proposte programmatiche del Pd. “Proponiamo – ha ricordato il candidato Pd al Senato – di raddoppiare da 2 a 4 miliardi il fondo per il reddito di inclusione e utilizzare il modello degli 80 euro per ogni figlio fino a 18 anni per sostenere le famiglie. Inoltre, vogliamo rendere più conveniente il lavoro a tempo indeterminato intervenendo sul cuneo fiscale abbassandolo dal 34 al 29%: Proponiamo anche un reddito minimo legale perché il lavoro non può costare una manciata di euro l’ora. Il salario minimo legale è una misura di civiltà del lavoro che difende la dignità delle persone”.
“La rete di protezione sociale – ha aggiunto Mazzoli – va estesa insieme ai diritti. I nostri avversari cavalcano le paure: le paure esistono ma denunciando solo il problema non si risponde alla causa, noi vogliamo risolverla con risposte concrete. Vogliamo ricostruire il senso di una comunità nazionale. Sui fatti di Macerata, la dichiarazione di Salvini è una giustificazione. Per questioni di civiltà di un Paese di fronte a queste parole bisogna reagire: in nessuna occasione e nei confronti di chiunque la violenza può essere giustificata. O siamo un Paese civile o, se si supera questo confine, c’è il far west. Dietro questa spinta di una destra pericolosa, deve tornare in campo la società democratica in nome del Pd ma anche del nostro Paese. Insieme a noi – ha concluso – occorre chiamare all’appello le forze democratiche per creare un fronte che spinga ai margini le forze della regressione e della violenza”.