Mega-antenna vicino alla Basilica della Quercia a Viterbo, cresce la protesta
VITERBO – Uno scempio contro il paesaggio di Viterbo e i suoi pregevoli monumenti, e un rischio per la salute. Con queste parole i cittadini di Viterbo, riuniti nello storico “Comitato per la Salvaguardia delle località la Quercia e Respoglio, esprimono rabbia e contrarietà per la grande e potente antenna di telefonia mobile che si vorrebbe installare vicino al Complesso Storico Monumentale della Basilica della Quercia, monumento nazionale e polo monumentale di grande valore storico-artistico e paesaggistico.
Oltretutto l’antenna è localizzata vicino ad una zona densa di abitazioni. Se venisse realizzata, ed entrasse in funzione, le onde ellettro-magnetiche del mega ripetitore andrebbero anche a colpire pesantemente gli abitanti dei quartieri della Quercia, del Respoglio e della stessa Bagnaia.
Il “Comitato per la Salvaguardia della Quercia e del Respoglio” è composto da oltre cinquecento persone: si tratta del più grande comitato della città di Viterbo, creato per salvaguardare la salute di tutti, ma anche per tutelare la pregevole area del Santuario che nel 1873 venne decretato primo monumento nazionale della Città dei Papi.
Va tutelato il diritto alla bellezza, al paesaggio e alla salvaguardia del territorio da qualunque attività speculativa. Tra l’altro il ‘Il nemico invisibile’ è davvero presente, infatti la correlazione tra onde elettromagnetiche e malattie anche gravi esiste realmente.
Nelle vicinanze dell’area interessata risiedono, infatti, famiglie con bambini e in genere persone anche anziane molte delle quali affette da gravi patologie incompatibili con i possibili effetti dannosi prodotti dai campi elettromagnetici irradiati dalle antenne di telefonia.
I danni biologici più comuni sono di tipo neurologico (cefalea, insonnia, astenia o disturbi psicosomatici) ma sono stati riscontrati anche casi di riduzione della fertilità e di opacizzazione del cristallino, fino ad arrivare ad un aumento del rischio di leucemia e di tumori emolinfopoietici (tumori cerebrali o linfomi) a causa dell’eccessiva esposizione ai campi magnetici.
Va anche considerato che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nel 2011 ha classificato le radiofrequenze come possibile cancerogeno nell’uomo, sulla base di studi del 2001 sulle leucemie nei bambini, e dei celebri studi di Lennart Hardell del 2011 sull’accresciuto rischio di tumori celebrali prodotti dall’uso del telefono o dalla vicinanza ai ripetitori.
Le frequenze telefoniche e il wi-fi attivano geni particolari e modificano il ciclo cellulare inducendo le cellule a mutarsi più facilmente in cellule tumorali. Già nel 2004 è stata dimostrata l’esistenza di un duplice meccanismo che facilita la morte cellulare: si è visto che il 20% delle cellule muoiono se sottoposte ad una breve esposizione.
La lunga esposizione raddoppia il danno in quanto quest’ultimo genera la proliferazione delle cellule danneggiate. Studi condotti in Svezia hanno spinto i ricercatori a chiedere la classificazione delle radiofrequenze come cancerogeno in quanto sono in grado di aprire la barriera ematoencefalica e interferire con il funzionamento del cervello. Altri studi scientifici hanno suggerito che l’esposizione ai campi elettromagnetici possa avere effetti nocivi per la salute (cancro, riduzione della fertilità, perdita di memoria e cambia-menti negativi nel comportamento e nello sviluppo dei bambini).
Visto che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS ha classificato i campi magnetici a frequenza ultra bassa come un possibile cancerogeno umano del Gruppo 2B, che depone per un aumento del rischio di leucemia infantile.
Il Comitato chiede, in conclusione, un intervento immediato della autorità competenti per evitare la costruzione di una mega-antenna dannosa oltre che per la salute, anche per il paesaggio, a ridosso dello spettacolare Santuario della Madonna della Quercia, luogo emblematico della storica città dei papi”.
Comitato per la Salvaguardia della Quercia e del Respoglio