Mille racconti per mille parole. A cura di Kempes Astolfi

La cacciatrice di Arcobaleni
Ambientazione: Moderna
Genere: Fantasy

«L’inizio? Di solito tutti cercano la fine!»
«La fine era troppo lontana. Sentivo di dovermi avviare verso l’inizio dell’arcobaleno. Poi… accadde l’incredibile.»
«Cosa?»
«Prometti di non rivelarlo ad anima viva… ?» sussurrò Susan.
«C… certo.»
«L’Arcobaleno mi… parlò.»
«Non ci credo. Stai scherzando, vero?» domandò Mike.
«L’intensità con cui te lo racconto sembra uno scherzo?» tuonò imbronciata, Susan.
Mike chiese scusa con lo sguardo. «Cosa ti disse?»
«Ero a pochi centimetri dall’inizio. I colori erano forti, intensi… più mi avvicinavo e più avvertivo un ronzio quasi impercettibile.
Stavo per allungare la mano, stavo per toccarlo… Quando lui parlò.
“Ragazza! Coraggiosa ragazza, cosa ti spinge fin qui?”
“Un vento di serena felicità” dissi.
“Corretto. Solo coloro che si commuovono in una giornata di pioggia possono avere il dono di vedere oltre i colori di un arcobaleno.”
“Come sai che ho pianto?”

“Noi arcobaleni sappiamo cosa accade durante la pioggia. Ci prepariamo a ogni eventualità, nel caso ci fosse qualcuno da reclutare” proclamò il fiume di colori.
“Prepariamo… cosa? Reclutare…chi?”
“So che hai molte domande, ma concentrati sulle risposte. Parlare con me, per te, è già una risposta.”
“Risposta a cosa?” non riuscivo a smettere di fare domande.
“Da oggi ti nomino Cacciatrice di Arcobaleni.
Pochissimi eletti hanno ricevuto l’investitura ufficiale.”
“Cosa fa una Cacciatrice di Arcobaleni?”
“Quello che hai fatto tu prima di trovarmi. Trova la situazione giusta, il cuore puro, l’anima pronta. E si addentra attraverso
l’impossibile.”
“Non capisco… Scusami” dissi confusa.
“Ogni volta che vedrai un arcobaleno dovrai cercare l’inizio, come hai fatto con me. Dovrai caricarti le emozioni di chi lo vede sulle spalle. È una grande responsabilità.”
“Come faccio a caricarmi le emozioni di chi lo vede sulle… spalle?”
“Lo sentirai, oh se lo sentirai. Proverai quello che provano loro. Interverrai ovunque riuscirai ad arrivare.”
“Intervenire?”
“Sì. Potrai provare a incontrarli, aiutarli. Quando compare un arcobaleno, dopo una pioggia intensa e improvvisa, come oggi… Solo allora potrai sentire se c’è qualche anima bisognosa di aiuto.”
“Non so se sono in grado di fare quello di cui mi hai incaricato!”
“Non ti ho incaricato, è un tuo dono naturale, sbocciato con la stessa naturalezza con cui tu ti sei avvicinata a me, oggi. Come un fiore.”
“Sono una Cacciatrice di Arcobaleni, dunque?”
“Sei una Cacciatrice di Arcobaleni, intesi come lo spettro completo delle emozioni umane. Cerca, affronta, ripara. Questo sarà il tuo compito.”
Abbassai la testa e provai di nuovo a tendere la mano verso l’arcobaleno.
“Non so se sono pronta…” pronunciai. Il ronzio stava scomparendo.
D’un tratto era tornato il silenzio. Quando sollevai lo sguardo, l’arcobaleno era scomparso. Da quel giorno, non ne ho più
visto uno.»
«Scomparso? Così? In un baleno?» ironizzò Mike. «In un battibaleno!» sorrise Susan, dando una pacca sulla spalla a Mike.
«In un Arcobaleno, vorrai dire!» continuò Mike spingendo a sua volta Susan, che si sdraiò sul telo. Insieme, guardarono
il cielo, che si era improvvisamente annuvolato.
Qualche schizzetto colpì i visi dei ragazzi, che rotearono le nuche l’una verso l’altra, sorridendo e scambiandosi un cenno d’intesa simultanea. Iniziò a piovere, prepotentemente. Susan e Mike corsero sotto l’unico albero in zona per ripararsi insieme, mano
nella mano.

(Seconda parte)