La delegazione guidata dal presidente Musolino si è recata in Belgio e Olanda, negli scali di Bruges, Anversa, Gand e Rotterdam. “Abbiamo potuto vedere i processi e le infrastrutture delle più grandi realtà europee ed abbiamo anche riscontrato l’interesse di potenziali investitori nel nostro network”.
CIVITAVECCHIA – Un viaggio studio nei principali porti europei, per imparare ed importare le buone pratiche della portualità, calandole nel contesto italiano. E’ il significato della missione svolta la scorsa settimana in Belgio e Olanda dal presidente dell’Adsp Pino Musolino, accompagnato dai dirigenti e funzionari dell’ente Maurizio Marini (Dirigente dell’Area Tecnica), Lelio Matteuzzi (Dirigente Ufficio Lavoro Portuale e Demanio), Giantelemaco Perticara (PFSO e Responsabile della Sicurezza), Massimiliano Grasso (Capo Ufficio Stampa, Comunicazione e Promozione) e Stefano Lisi (Funzionario dell’Area Tecnica).
La nuova port authority di Anversa-Bruges, nata circa un anno fa dalla fusione dei due principali scali belgi, ha ricevuto la delegazione italiana con una visita allo scalo di Zeebrugge. L’introduzione è stata data da Patrick Van Cauwenberghe. Piet Vandenkerkhove ha parlato delle recenti tendenze nel settore crocieristico. Sono stati visitati anche il terminal del gas di Fluxys (Marie-Christine Leys), e quello delle automobili di International Car Operators (Bruno Lamiroy). Sempre nel porto di Bruges la delegazione è stata accolta dal Ceo di Cfft Steven Clerckx che insieme a Ivan Lamilla Munoz l’ha guidata in uno dei principali terminal europei del caffè, quello di Seabridge.
Il giorno successivo è iniziato con la visita del terminal container di Linkeroever, sulla riva sinistra nello scalo di Anversa.
La delegazione è stata quindi ricevuta dal vicepresidente con delega alle Relazioni Internazionali Luc Arnouts e dal responsabile della cyber security Yannick Herrebaut nella Port House di Anversa.
“Una migliore conoscenza delle migliori pratiche nella gestione portuale è la migliore garanzia per trovare soluzioni creative per le sfide attuali”, hanno dichiarato i manager belgi.
Il secondo giorno ad Anversa è iniziato con la visita dei terminal di Euroports, dove il presidente e amministratore delegato Frederic Platini, insieme ad altri manager di uno dei maggiori terminalisti mondiali per contenitori, carta, acciaio e rinfuse, ha illustrato le molteplici attività del gruppo, dimostrando anche interesse per le attività dei porti di Roma e del Lazio.
Particolarmente interessante la visita alla banchina dell’acciaio del porto di Gand, gestita da Euroports per ArcelorMittal, un terminal unico al mondo nel suo genere, in cui le navi possono entrare all’interno del terminal e le operazioni di carico e scarico dei coils sono svolte al coperto e al riparo dalla pioggia. Poi di nuovo ad Anversa al terminal container Dp World.
L’ultimo giorno di missione si è svolto in Olanda, con la visita al terminal trimodale CTT, Combi Terminal Twente, nel porto di Rotterdam, leader in Europa anche per l’automazione dei suoi processi, con l’incontro con il direttore delle operazioni Thijs van den Heuvel e con Giovanna Franceschini, rappresentante di Routescanner, una applicazione che gestisce il più grande database e motore di ricerca mondiale dei collegamenti container, per organizzare al meglio le catene logistiche ed avere conto anche delle emissioni di ciascun porto.
“Lo scopo di questo viaggio studio – commenta il presidente Pino Musolino – era di costruire rapporti e relazioni con “i primi della classe” e permettere alla delegazione di vedere il funzionamento degli scali più efficienti, proprio per potere, con le dovute modifiche, applicare le stesse logiche allo sviluppo dei nostri scali. Non possiamo permetterci di continuare a funzionare in modo diverso da quelle che sono le modalità operative dei migliori porti nel mondo. Abbiamo la fortuna di averne alcuni in Europa, dove in passato ho anche avuto la possibilità di lavorare personalmente, e, avendo vissuto 5 anni ad Anversa, posso vantare ancora una rete di relazioni professionali ed amicizie che hanno reso più facile organizzare un viaggio così articolato, potendo incontrare in soli 4 giorni tanti rappresentanti istituzionali e top manager di alcuni dei più grandi operatori privati”.
“A Civitavecchia – prosegue il presidente dell’Adsp – è importante importare un metodo di lavoro, un modo di approcciare le cose decisamente più dinamico, più aperto all’innovazione tecnologica e di processo. L’impatto di una esperienza diretta vale più di mille report o racconti: il senso ultimo della missione era quello di andare a vedere, imparare, scambiare idee e informazioni. Inoltre, aspetto non secondario, abbiamo anche trovato più di qualche interesse per portare potenziali investitori a visitare i nostri porti, a cui possono essere interessati per le loro attività, con particolare riferimento a Civitavecchia e Gaeta”.
“L’Italia – conclude Musolino – può competere se si rende conto che il paragone “uno a uno” è inutile, ma siamo al centro del Mediterraneo con la possibilità di garantire 6-7 giorni in meno di navigazione rispetto al Nord Europa. Possiamo e dobbiamo svolgere la funzione di porta di accesso sud al continente. Abbiamo caratteristiche geografiche fisiche differenti, che in qualche modo ci limitano, ma questo non significa che non si debbano importare le stesse modalità operative in termini di processo e di buone pratiche”.