Si chiamano “Neck App” e “Change Air”: sono i due team di studenti dell’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” (Indirizzo A.F.M.), che il 4 e 5 maggio si sono cimentati al B.I.C. LAZIO di Bracciano, nella progettazione e realizzazione di prodotti innovativi di utilità sociale, ottenendo un ottimo posizionamento fra le squadre in gioco. Il contesto è quello della Startupper School Jam, iniziativa “storica” del B.I.C. LAZIO nata con gli obiettivi di promuovere nelle giovani generazioni una cultura orientata all’imprenditorialità, potenziare la propensione al “fare impresa”, abituare al lavoro di gruppo e al team spirit:, facilitando la sinergia e l’osmosi fra il mondo della formazione e quello del lavoro.
Una full immersion di due giorni, durante la quale gli allievi del Di Vittorio, accompagnati dalle Docenti di Economia Anna Maria Ciamillo e Tiziana Lanni nello ‘Spazio Attivo’ del B.I.C. LAZIO di Bracciano, sono stati coinvolti in attività di progettazione e sviluppo di un business model. A supportarli, c’era un ‘Tutor BIC’, che ha seguito, passo dopo passo, la realizzazione del ‘prodotto finale’, lasciando spazio, però, alla creatività e all’iniziativa dei concorrenti.
Questi i nomi degli allievi del “Di Vittorio”, che hanno partecipato alla ‘Startupper School Jam’: per la “Neck App”, Rita Mainolfi, Sara Cresta, Flavia Udardi e Sara Fabrizi (IV B AFM); per il gruppo “Change Air”, Luca D’Ascanio, Martina Simonini (III A AFM), Alessia Di Vittorio, Lin Ghamlouch (IV A A.M) e Alisea Conti (III B A.FM.).
Gli ‘Spazi attivi” del B.I.C. LAZIO (compreso, ovviamente, quello di Bracciano), sono ambienti di lavoro dedicati al making, all’ hi-tech e alle start-up, laboratori aperti alla ricerca e alla sperimentazione, vere e proprie “officine creative” ad alto “tasso tecnologico”. Ed è qui che il 4 e il 5 maggio, a coronamento di un lungo ed articolato percorso di Alternanza Scuola – Lavoro, gli studenti della squadra “Change Air” hanno dato forma ad un progetto di “green mobility”: un filtro realizzato in ferro, con maglie in acciaio inox e spugna, posizionato all’interno dei tubi di scarico dei veicoli a motore, per ridurre l’inquinamento atmosferico. A spiegarlo sono gli stessi autori, capitanati dall’ideatore Luca D’Ascanio: “si tratta di una scatola in ferro, spugna e acciaio, contenente acqua marina che va inserita nel tubo di scarico di qualsiasi autoveicolo. Grazie alla presenza di acqua marina, l’anidride carbonica emessa, attraverso la combustione del carburante, viene trasformata in ossigeno. Questo fenomeno si verifica attraverso un processo di fotosintesi causato dal plancton vegetale presente naturalmente nell’acqua del mare. Obiettivo del “Change air” è ridurre la CO2 e diminuire le polveri sottili emesse in grande quantità dagli autoveicoli”.
Dopo il ‘pitch deck’ (la presentazione del progetto), è arrivato il momento dello ‘speech’: comunicare in modo efficace ad eventuali investitori il proprio progetto di start-up è di fondamentale importanza e i concorrenti in gara hanno avuto a disposizione 180 secondi (più 120 per le domande da parte della giuria).
Alla fine, è stato premiato il progetto giudicato più interessante e meglio riuscito: “Change Air”.
E l’11 maggio, al Centro Congressi AIL di via Casilina a Roma, si è svolta la finale: oltre trecento studenti provenienti da tutto il Lazio, suddividi in squadre. 17 i pitch in gara, 8 relativi al Premio “Social Car”, il progetto europeo di mobilità urbana di cui è partner la Regione Lazio.
“Ci tenevo a essere presente qui con voi oggi. – ha dichiarato Guido Fabiani, Assessore allo Sviluppo Economico e alle Attività Produttive della Regione Lazio, rivolgendosi agli studenti – L’obiettivo di questa iniziativa è catturare la vostra energia, la vostra intelligenza e la vostra capacità di innovare, perché, se vogliamo cambiare questo Paese, abbiamo bisogno delle vostre energie e anche della vostra allegria. È su questo che puntiamo per partecipare alla costruzione del vostro futuro.”